Secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia come nella maggior parte dei Paesi industrializzati, circa un quarto delle persone che hanno contratto il virus dell’Hiv, quello che provoca l’Aids, non ne è consapevole. Mettendo a rischio sé e gli altri. Proprio partendo da questo inquietante dato, Lila – Lega italiana per la lotta all’Aids – ed Arcigay Catania, aderendo a una campagna nazionale, hanno iniziato la sperimentazione del test rapido sulla saliva, che andrà avanti per quattro mesi. «Il test rapido consente di avere in venti minuti un primo risultato, eliminando un problema comune a chi effettua i test classici: la mancata verifica dei risultati», spiega il vicepresidente di Arcigay Catania Alessandro Motta, associazione che «negli anni ha seguito molto il tema della prevenzione», esordisce.
Quali sono i vantaggi di un test rapido rispetto ai classici test in laboratorio?
«Prima di tutto, rispetto ai precedenti test, è molto veloce e semplice. Si preleva con un tampone un campione di fluido orale, che poi viene messo subito nel reagente. E’ importante avere i risultati in tempi rapidi, perché c’è una grandissima percentuale di persone che fa il test del sangue per rilevare la presenza degli anticorpi Hiv e poi, per paura, non ritorna a prendere i risultati. Questo tipo di test elimina il problema. Inoltre, nell’attesa del risultato, la Lila fornirà un questionario sul rischio. Anche questo contribuisce a ridurre la percentuale del cosiddetto failure in return, ovvero delle persone che non tornano a prendere il risultato del test per paura».
Quindi chiunque può fare il test? Ci sono delle precauzioni da prendere prima di effettuarlo?
«Può essere effettuato con un’unica precauzione: farlo dopo il cosiddetto periodo finestra. Si tratta dei tre mesi, dopo essere entrati in contatto con il virus, che l’organismo impiega per creare gli anticorpi. Il questionario di risk assestment, e il supporto dato alla Lila, serve anche a suggerire a chi non può ancora avere un risultato dal test di ritornare in seguito. Spesso le persone scoprono di aver contratto il virus dell’Hiv troppo tardi, o quando hanno già la malattia dell’Aids, oppure quando hanno già inconsapevolmente contagiato altre persone. Un rischio per sé e per gli altri. Il progetto è quindi non tanto sulla sperimentazione del test, la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata, ma sulla sperimentazione della sua diffusione».
Nel caso che il test rapido dovesse risultare positivo, cosa si deve fare?
«Subito dopo un risultato reattivo, o preliminarmente positivo come si dice in questi casi, chi ha effettuato il test viene indirizzato presso una struttura ospedaliera per eseguire un test del sangue classico. Gli infettivologi volontari Lila lo indirizzeranno anche presso un professionista per valutare la terapia più efficace».
Storicamente il virus dell’Hiv e l’Aids sono associati alle comunità omosessuali. Ma quanto c’è di vero in questo?
«La comunità omosessuale e in generale la comunità Glbt rappresenta un gruppo storicamente esposto al rischio di contrazione della malattia. Ma proprio per questo, da molti anni, la sensibilizzazione e l’informazione hanno portato a molta più consapevolezza, e l’uso delle precauzioni è diventato la norma. Molto più preoccupante invece il dato per le coppie eterosessuali, perché negli anni si è ritenuto che la malattia fosse un qualcosa che riguardasse solo certe comunità. Ma non c’è solo l’Aids, perché malattie come la sifilide che sembravano debellate sono ritornate, come nell ‘800. Le associazioni che si occupano di assistere i migranti e i tossicodipendenti e le comunità Glbt sono invece molto avanti e hanno attivato strategie per la prevenzione».
Dove si può fare il test nella nostra città?
Il test a Catania viene effettuato da medici specializzati in Infettivologia nella sede della Lila, in via Finocchiaro Aprile 160, il giovedì dalle 17.00 alle 19.30 e il sabato dalle 11.00 alle 13.30. Per informazioni si può chiamare alla Lila lunedì, mercoledì e venerdì pomeriggio allo 095551017».
Il test rapido è promosso dalla Consulta delle associazioni di lotta all’Aids e realizzato dall’Istituto nazionale per le malattie infettive L. Spallanzani, dal Dipartimento di malattie infettive, dalla Fondazione San Raffaele Milano. La Consulta è formata da Lila, Anlaids, Arcigay, Caritas, Circolo Mario Mieli, CNCA, Forum AIDS Italia.
[Foto di Phil Dragash]
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