Che le scuole pubbliche debbano fronteggiare una cronica assenza di fondi è risaputo. Ma alla scuola Danilo Dolci, che ha sede a Brancaccio, succede di peggio. Da otto mesi il dirigente scolastico Domenico Di Fatta attende di poter usufruire della donazione di 5500 euro che il senatore di Mdp Francesco Campanella ha effettuato con parte della diaria che i parlamentari ricevono ogni mese. Soldi che servirebbero a rendere di nuovo agibile la palestra esterna dell’istituto, chiusa da febbraio dell’anno scorso.
«È una vicenda paradossale, il senatore ha staccato l’assegno a giugno dell’anno scorso» commenta amareggiato il preside. L’iter è complesso: in pratica il senatore ha effettuato la donazione seguendo l’iter della cosiddetta Buona scuola, la riforma voluta dal governo Renzi. Secondo quanto previsto dalla legge 107 i fondi, già versati alla Tesoreria dello Stato attraverso il meccanismo School Bonus, saranno messi a disposizione prima del Miur e solo dopo finalmente all’istituto palermitano.
«Campanella ha anche scritto al ministro cercando di capirci qualcosa – aggiunge Di Fatta – e tempo fa il ministero ha mandato una mail in cui ci rassicurava che le somme sarebbero arrivate. Intanto il danno lo stiamo subendo noi». È il febbraio del 2017 quando l’Asp di Palermo dichiara la palestra della Dolci non a norma perché il pavimento non ha una superficie uniforme. Così il preside in via preventiva deve chiuderla, negando di fatto uno spazio ai 1500 alunni della scuola ma anche all’intero quartiere. Quella palestra il pomeriggio era infatti aperta e a disposizione degli abitanti del territorio che svolgevano lì diverse attività sportive. Con la donazione del senatore si dovrebbero acquistare i materiali che serviranno per rendere uniforme la pavimentazione e anche due canestri mobili per i disabili, visto che l’istituto accoglie il numero più elevato di ragazzi disabili nell’intera provincia.
Una buona azione vanificata da un contorto iter burocratico, col gusto amaro della beffa. Come testimonia Roberto Alessi, docente della scuola che ha segnalato per primo la vicenda a Campanella. «Premesso che in pratica il fondo non è anti infortunio e che comunque lo spazio rimane in condizioni migliori rispetto a tante altre realtà della città che personalmente conosco – spiega l’insegnante – è dal 13 giugno che attendiamo di poter sbloccare soldi che teoricamente sono nelle nostre disponibilità. La cosa scandalosa è che il meccanismo è previsto solamente per le scuole pubbliche, mentre per le scuole private le donazioni vanno direttamente nei conti correnti. La distinzione tra scuole statali e non statali è tutta qui. È un problema di astrattismo burocratico che ci penalizza. E dire che già la nostra scuola ha tanti altri problemi, non abbiamo solo questo». Al grido d’allarme di Alessi fa eco quello del preside Di Fatta: «Abbiamo una palestra coperta che definire palestra è già coraggioso, ci vanno solamente due tavoli di ping ping aperti. La somma serve a rivestire la palestra scoperta, che è fatta in mattoni, per consentire di effettuale la ginnastica e creare un campetto di pallavolo».
Quel che più sorprende, in questa vicenda, è «il meccanismo allucinante» che di fatto impedisce al Dolci di utilizzare somme già donate. A definirlo tale è lo stesso senatore Campanella, che lo descrive in questo modo: «Ho parlato con ministri e funzionari, c’è da smuovere una quantità di uffici incredibili. In sostanza ci vuole una lettera del Miur al ministero dell’economia, che attiva un processo per arrivare a un decreto a doppia firma. Ma essendo un decreto interministeriale ciò rientra nelle competenza del controllo preventivo della Corte dei conti, quindi i tempi si allungano». Un meccanismo evidentemente complicato che non a caso è stato modificato nella scorsa Finanziaria. «Ma solamente per le scuole private – chiosa ancora Campanella -. Ho provato con un emendamento a estendere la modifica alle scuole pubbliche, soltanto che nella commissione parlamentare la mia proposta non è passata». E mentre gli studenti di Brancaccio rimangono fermi e senza la possibilità di effettuare le ore di educazione fisica, il commento del senatore è caustico. «La politica a volte attua meccanismi difficilmente comprensibili nella vita normale. Poi non può sorprendere se la gente si allontana sempre più dalla vita pubblica».
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