Licata, condannato il giovane che uccise lo zio L’omicidio dopo una lite per questioni di eredità

Il gup del tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha condannato a 16 anni di reclusione il 19enne Giuseppe Volpe accusato di avere ucciso a colpi di pistola lo zio Giacinto Marzullo, un agricoltore di 52 anni. Il corpo senza vita viene ritrovato nell’agosto del 2017 nelle campagne di Licata (in provincia di Agrigento) vicino alla spiaggia di Mollarella. A essere fermato è subito il nipote Giuseppe, figlio di una sorella,

Secondo la ricostruzione degli investigatori, il ragazzo avrebbe raggiunto lo zio nel terreno in cui quest’ultimo lavorava insieme alla madre. Tra i tre ci sarebbe stato un alterco, «per forti e risalenti contrasti di natura familiare» legati a questioni economiche legale a delle eredità. In particolare, Marzullo avrebbe accusato la sorella di essersi appropriata del denaro del padre e della zia, alla quale in passato aveva fatto da badante. 

Al termine della lite, Volpe avrebbe sparato diversi colpi di pistola calibro 9 allo zio, uccidendolo. Alla fine di un lungo interrogatorio, il giovane avrebbe ammesso le proprie responsabilità. Sarebbe stata poi la sorella della vittima a fare una telefonata anonima per allertare i soccorsi. La pm Alessandra Russo aveva chiesto per Volpe la condanna a 18 anni. La pena inflitta è stata ridotta di un terzo per effetto del rito abbreviato

Marta Silvestre

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