Il collettivo Res publica temporanea chiama alle arti del giardinaggio tutta la città, per un’azione collettiva di guerrilla gardening che si svolgerà a Librino domenica 28 ottobre. L’appuntamento è fissato per le 10.30 al Campo San Teodoro liberato, dove si rientrerà nel primo pomeriggio dopo avere piantato nelle zone incolte del quartiere una serie di piante donate dagli stessi cittadini: piante grasse, rosmarino, timo, piante tropicali, querce, palme, ulivi, mandorli, carrubi, agrumi, gerani, rose e tutti gli alberi e le piante resistenti ai climi caldi della piana di Catania.
L’iniziativa rientra nel progetto skylinedistreet, nato ufficialmente due anni fa, anche se il gruppo di Res publica temporanea è attivo da tempo nel quartiere. «Abbiamo cominciato a muoverci per cercare di fare interessare gli abitanti del rione agli spazi pubblici e al prendersene cura – spiega Emanuele Poki, tra i fondatori del gruppo – e per far capire loro che possono essere recuperati anche grazie al loro agire». Fin dall’inizio il gruppo ha ricevuto il supporto del teatro Coppola e del Campo San Teodoro liberato, che tuttora sostengono il progetto insieme ad altre realtà, come la pagina Street art Catania, il blog Urban life e gli ultimi arrivati: l’orto botanico di Catania, che per l’occasione donerà alcune piante, e Legambiente, che ha deciso di dirottare a favore dell’iniziativa i fondi della campagna Cento alberi per Catania.
I primi interventi a Librino hanno riguardato la street art, con più di venti artisti nazionali e internazionali che hanno lasciato il proprio contributo nel quartiere. Un esempio è Blu, che ha realizzato la facciata di viale Moncada 6, prima zona interessata dal progetto. «L’idea del giardinaggio è nata automaticamente, lavorando in strada e parlando con le persone per mesi e mesi. L’obiettivo non era tanto dipingere i muri – chiarisce Poki – ma dare l’esempio che se si vuole fare qualcosa non bisogna aspettare un intervento dall’alto, ma basta armarsi di buona volontà». E ci sono tantissime zone verdi in stato di totale abbandono, divenute discariche o spiazzi dove crescono erbacce che d’estate rischiano di prendere – o prendono – fuoco. «Cominceremo da viale Moncada e a seconda di quante piante riceveremo valuteremo si fermarci lì o espanderci in altre zone. Ma vogliamo che questo sia il primo di tanti interventi su Librino, una prima prova per vedere come rispondono i cittadini e se sono disposti ad aiutarci».
«Inizialmente era inevitabile una sorta di diffidenza nei nostri confronti, perché non si capiva bene cosa facessimo e perché. Ma poi hanno capito che il nostro approccio, più che per la mera decorazione, era incentrato proprio sul creare un rapporto con i residenti. Abbiamo parlato tantissimo e ormai si è creato un legame stretto, ci chiedono quando torneremo e ci aspettano». Ogni collaborazione anche con altre realtà, poi, è bene accetta: «Librino da sempre è al centro dell’attenzione a livello politico e di propaganda ma non va strumentalizzata, e sotto questo punto di vista siamo molto attenti».
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