Nonostante fossimo stati molto cauti in sede di presentazione dei giorni, non ci aspettavamo certo che il derelitto Galatasary – chi si impressiona per i nomi di grandi vecchi andati al Bosforo a svernare, farebbe bene a ricordare come li ha trattati un appena discreto Real Madrid – riuscisse a far fuori addirittura la Juventus, primatista indefessa del nostro massimo campionato di calcio. Invece è successo e davvero la Juve farebbe bene a recitare un mea culpa e a cercar di comprendere meglio i motivi per cui va così bene in Italia e così male in Europa. Certo, la concorrenza potrebbe sembrare più qualificata, ma è del tutto impensabile che questo Galatasaray o il Copenaghen possano solo lontanamente essere all’altezza di Inter o Milan, per non parlare di Roma, Napoli o Fiorentina. Quindi non è lì che va cercata la ragione di questi continui insuccessi europei e nemmeno la ridicola considerazione del budget, come se la Juve fosse una squadra di provincia e non la corazzata che è.
Senza tornare alla ritrita questione arbitrale, non è impossibile che la Juve giochi in Italia con una sicurezza che le arriva dalla sua tradizione, dal suo aggressivo presente, e dal pizzico di fortuna che in negli anni ’10 del secolo XXI è stata abbastanza dalla sua parte. E a dirla tutta che le italiane siano praticamente fuori dal calcio che conta non deve certo dispiacere troppo in giro per l’Europa. Tra isterismi, spocchie e continue recriminazioni non abbiamo fatto tantissimo per farci amare all’estero. E nemmeno il generoso Napoli, che in un girone tre volte più difficile ha fatto il doppio dei punti della Juve, ha potuto fare granché, perdendo la qualificazione non tanto per mano proprio quanto dell’incredibile sconfitta dell’Arsenal in casa contro il Borussia.
Ma così come il vento in Italia fischia alle spalle della Juve in Europa meglio non toccare il calcio tedesco. Quattro squadre qualificate e se due, il Borussia Dortmund e il Bayern Monaco del Pep, sono delle ottime squadre, lo stesso non si può certo dire di Bayern Leverkusen o dello Schalke 04, che però hanno saputo mettere a frutto il sorteggio favorevole.
Insomma agli ottavi della champions, insieme alle 4 tedesche, le 4 inglesi, le tre spagnole (fuori la Real Sociedad), una russa, una greca, una francese e una turca il solo Milan non farà tanta strada. Delle prime 8 le due forse un po’ abbordabili sono il Manchester United, che però magari a fine febbraio torna ad essere la corazzata di sempre, e forse, molto forse, l’Atletico di Madrid che però è pur sempre primo nella Liga. Insomma non c’è tanta luce nel tunnel e non è certo l’Europa League che può cambiare le cose.
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