Con al seguito uno stuolo di donne, Pietro Grasso a Palermo ha parlato di diritti e temi cari alla sinistra. Lavoro, ambiente, diritto allo studio e sanità sono le priorità al centro dell’agenda politica del candidato premier e della sua squadra di Liberi e Uguali che scenderà in campo per le prossime elezioni di marzo. «Se riusciamo qua riusciremo nel resto d’Italia perché qui è più difficile», dice Grasso dal palco del Teatro Santa Cecilia. Prima di lui hanno preso la parola Erasmo Palazzotto, Antonella Monastra, Nadia Spallitta, Bianca Guzzetta, Franca Antoci e Mariella Maggio. Grandi ideali e fermezza sui diritti fondamentali, profumo di sinistra e forse un po’ di naftalina che, ad ascoltarli tutti insieme sembra quasi ci sia uno scollamento dalla realtà, eppure esiste ed è credibile. Un progetto politico, quello di Liberi e Uguali, che mette insieme Mdp, Sinistra Italiana e Possibile.
Il presidente uscente del Senato, magistrato a latere durante il maxi processo di Palermo, vuole riportare la questione del Mezzogiorno. Grasso ha anche ricordato i dati allarmanti sulla povertà e sulla crisi in Sicilia. «Metà della popolazione vive in famiglie a rischio povertà», ha detto. La disoccupazione è più del doppio rispetto al resto d’Italia, qui abbiamo il maggior numero di giovani che non studia e non cerca lavoro e il più basso numero di occupati d’Europa: «È una fotografia drammatica che non si risolve con gli slogan», ha aggiunto.
Parlando di investimenti e programmazione, Grasso ha auspicato il ripristino della clausola Ciampi che imponeva che il 45 per cento finanziamenti pubblici fossero investiti nel Mezzogiorno. «Serve – ha concluso – una regia nazionale dei fondi comunitari visto che la Sicilia non riesce a spenderli». Malgrado le polemiche degli ultimi giorni con diverse defezioni sulle candidature, con la base che sostiene che le liste siano state calate dall’alto, il clima è disteso, sembra proprio che la tanto desiderata sintesi sia arrivata. «Non sono un uomo solo al comando, mi piace fare squadra e che le proposte arrivino dal basso, non mi sento un leader», dice.
L’ex magistrato ha poi tenuto a sottolineare quella che ritiene essere la differenza sostanziale tra Liberi e uguali e il Movimento cinque stelle: «Legalità e onestà per noi non sono solo parole da urlare in piazza durante i comizi elettorali, ma modi di essere che mettiamo in pratica ogni giorno con le nostre azioni».
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