L’etneo Domenico Famà debutta nei teatri Massimi  Esordio al Bellini per il 29enne direttore d’orchestra

«È sempre stato il mio pallino quello della direzione d’orchestra, una grande passione che ho portato avanti negli anni studiando composizione e che oggi posso dire, almeno in parte, di aver realizzato». È ancora incredulo il 29enne catanese Domenico Famà per la grande opportunità che gli è stata offerta di dirigere, mercoledì 21 novembre, l’orchestra del teatro Massimo Bellini, che segnerà il suo esordio nei teatri Massimi, proprio nella sua città.

Diplomato al liceo scientifico Galileo Galilei, Domenico ha lasciato presto Catania per inseguire il suo vero sogno, quello di diventare un direttore d’orchestra. «Studio musica dall’età di sette anni – racconta a MeridioNews – quando ho cominciato ad avvicinarmi alla chitarra classica, che non ho più lasciato. Quindi posso dire che ho sempre fatto questo, approfondendo i miei studi prima al conservatorio S. Giacomantonio di Cosenza, dove mi sono diplomato col massimo dei voti, poi perfezionandomi alla Scuola Superiore di Musica F. A. Vallotti di Vercellia».

Dopo la laurea in Didattica della musica ha deciso di concentrarsi sulla composizione, disciplina fondamentale per chi vuole intraprendere la strada della direzione d’orchestra. «La mia vita è stata sempre un po’ legata alla musica classica e ai concerti», dice Famà, che ha ereditato questa passione dai nonni, appassionati di musica, e dalla mamma, che l’ha avviato allo studio della chitarra. E dopo aver frequentato numerose masterclass con professionisti del settore, conservatori e accademie di perfezionamento musicale si è avviata la sua carriera da solista, di pari passo con lo studio della composizione, che gli ha permesso di conoscere la musica a 360 gradi, in particolare quella sinfonica.

«Il mio debutto nel mondo della composizione è particolare, perché già a vent’anni avevo fatto un’audizione per direzione d’orchestra al conservatorio di Palermo, dove mi avevano preso. Per una serie di motivi, però, ho dovuto sospendere, visto che ero sempre in viaggio e diviso tra mille impegni», dice il giovane con la predilezione per Beethoven, Brahms, Ravel, Mahler e in generale per tutto il repertorio tardo romantico. A Milano ha incontrato Gilberto Serembe, suo attuale insegnante, che gli ha proposto un’audizione per frequentare l’Italian conducting academy, dove oggi frequenta il secondo anno, e dove ha a disposizione l’Orchestra ClassicaViva.

Un ottimo allenamento, dunque, che lo porta oggi a suonare al Bellini di Catania. Un momento per cui si sta preparando studiando dalla mattina alla sera. «A Catania è la prima volta che dirigo e per me è un’esperienza particolarmente elettrizzante, anche se nello stesso tempo c’è un po’ di ansia perché avrò di fronte un’orchestra di professionisti con esperienza e che ha lavorato con direttori di fama internazionale. Tra l’altro il repertorio – Bellini, Mozart, Rossini – è molto conosciuto e bisogna dare tanto per distinguersi e interpretare le partiture in base a quello che il compositore voleva comunicare, cercando di essergli il più possibile fedele».

Ma Famà è anche professore di ruolo di chitarra al liceo musicale Turrisi Colonna di Catania, dove segue allievi dai 14 ai 19 anni di cui è molto soddisfatto, che cerca di portare avanti attraverso concerti e concorsi nazionali e internazionali. E sempre con l’obiettivo di divulgare la musica ha fondato nel 2012 l’associazione culturale Promethéus, di cui è direttore artistico, che collabora con il Comune di Catania nell’organizzazione della stagione concertistica che raccoglie al Castello di Leucatia di Barriera musicisti da tutta Italia e dall’Europa. «Siamo arrivati alla settima edizione ed è una realtà di cui sono molto fiero perché ogni anno vengono circa 200 persone, un numero abbastanza raro a Catania visto che si tratta di musica di élite e ricercata. E tutto questo avviene nella città dove sono nato e devo penso che vivrò».

Anche se, ne è convinto Domenico, non bisogna mai smettere di viaggiare, perché bisogna continuare a formarsi sempre, nonostante l’obiettivo sia creare una rete musicale forte a Catania che permetta, nonostante le difficoltà, ai giovani talenti di emergere. Perché i talenti non mancano mica. «Ci sono tanti giovani promettenti che però per una serie di motivi non vengono aiutati e da musicista dico che è giusto che si faccia qualcosa per fare respirare la musica nella nostra città».

Si dice ottimista per il futuro Domenico, che conclude con un augurio ai suoi coetanei. «Posso dire solo di essere tanto contento perché è raro che, così giovani, si possa avere la possibilità di dirigere un’orchestra di questa levatura e sono grato di questa esperienza, che spero possa essere un messaggio per i giovani come me che si apprestano al mondo della musica o che sono già dentro e cercano di fare quanto più possibile. Anche se a Catania è più difficile, studiando giorno dopo giorno, facendo il proprio lavoro con costanza e dedicandosi completamente a questa disciplina, prima o poi si riesce e i risultati arrivano». 

Giorgia Lodato

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