Leoluca Orlando? Con i Sindaci siciliani

Egregio direttore,

ho letto la sua intervista al Sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale.Il quale lancia un appello al Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, invitandolo a – se non ho capito male – ad entrare a far parte del suo partito-movimento che è fatto da altri Sindaci, da altri amministratori comunali e provinciali e da altri soggetti della società siciliana.

A me risulta che Orlando sia già impegnato a sostenere la candidatura di Bernardo Mattarella – il figlio di Piersanti Mattarella – alla presidenza della Regione siciliana. Piuttosto, come mai il suo giornale, che è molto attento ai fatti della Regione siciliana, non ha dato notizia della candidatura di Bernardo Mattarella? E cosa pensa lei di questa candidatura?

Lettera firmata

Intanto va detto che noi abbiamo dato la notizia della possibile – ma non ancora ufficiale – candidatura di Bernardo Mattarella, parlamentare regionale del Pd, alla presidenza della Regione siciliana. E abbiamo anche scritto che tra i suoi possibili sponsor, oltre allo zio – Sergio Mattarella – c’è anche l’attuale Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

La notizia – lo ripetiamo – non è ufficiale. Tra l’altro, aspettiamo tutti il 31 luglio per capire che cosa farà l’attuale presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Certo, si dovrebbe dimettere. Ma c’è chi dice che si potrebbe autosospendere. E c’è chi ipotizza, addirittura, che ci potrebbe ripensare.

Quanto alla candidatura di Bernardo Mattarella, lo diciamo con chiarezza: non ci sembra una candidatura irresistibile. Magari potrebbe raccogliere il consenso di una parte del Pd siciliano. Ma il Pd siciliano – numeri alla mano – non è un grande Partito, ma un Partito medio. Che potrebbe non riconfermare il 18 per cento dei consensi delle elezioni regionali del 2008.

Peraltro, una parte del Pd – quella che si riconosce in Giuseppe Lumia – ha già un candidato: si tratta di Rosario Crocetta, che è già in campagna elettorale da oltre un mese.

Ripeto: Bernardo Mattarella potrebbe raccogliere i consensi di una parte del Pd (soprattutto di Sergio D’Antoni e Mirello Crisafulli) e di Orlando. Ma non credo che questo potrebbe bastargli. Se – fino ad oggi – la sua candidatura non è stata ufficializzata, ebbene, ciò è anche dovuto al fatto che i suoi sponsor non sono convinti fino in fondo di tale scelta. E hanno ragione: nonostante il cognome che porta, Bernardo Mattarella non ci sembra un candidato da mozzare il fiato. Anzi.

Personalmente, vedo con più favore la candidatura di Nello Dipasquale. Il Sindaco di Ragusa lavora già da tre mesi – e forse più – a questo progetto politico. Che – mi creda – è molto più avanti di quanto non sembri. Dipasquale ha lavorato molto nel territorio, sotto traccia e, nello stesso mondo politico siciliano, ha tanti alleati che, in questo momento, preferiscono restare ‘invisibili’. Ma – ci creda – compariranno al momento opportuno.

A mio avviso Orlando farebbe bene a schierarsi senza perdere altro tempo. Con Dipasquale (noi ce lo auguriamo) o con chi vuole lui. Ma deve schierarsi. Per il suo bene (politico, s’intende). E per il bene della città di Palermo.

Orlando, alle ultime elezioni comunali del capoluogo siciliano, ha letteralmente fatto mangiare la polvere ai tre Partiti che appoggiano il Governo Monti: Pdl, Pd e Udc. Questi tre partiti – compresa l’Udc – stanno cercando in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote alla nuova amministrazione comunale di Palermo. Quando saranno in condizioni di farlo (soprattutto Pdl e Pd), lo ‘pugnaleranno’.

Orlando li deve anticipare. In parte lo ha già fatto, visto che è il leader, in Sicilia, del partito – Italia dei Valori – che a Roma fa opposizione al Governo Monti. E che in Sicilia fa opposizione al Governo Lombardo. Ma Orlando deve – ha il dovere – di mettere in sicurezza la nuova amministrazione comunale di Palermo. E deve farlo schierandosi non con il Pd – partito, peraltro, ambiguo – ma con chi presenta un progetto politico radicalmente alternativo a quello di Pdl, Pd e Udc.

Dico di più: Orlando ha l’autorevolezza – e la statura politica – per difendere quello che resta (poco, in verità) dell’Autonomia siciliana, avendo fatto parte, dal 1978 al 6 gennaio 1980, giorno in cui venne trucidato – dell’esperienza politica, amministrativa e culturale di Piersanti Mattarella.

Lo ripetiamo: noi ci auguriamo che Orlando si schieri in difesa dell’Autonomia siciliana e, magari, contribuendo a dare vita, in Sicilia, al Partito dei Sindaci.

 

Giulio Ambrosetti

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