Lentini: stop discarica Armicci, il Comune vince al Tar Sindaco: «Questa sentenza inaugura nuova stagione»

La discarica per rifiuti speciali non pericolosi, in contrada Armicci a Lentini, non si deve fare. Lo ha deciso il Tar di Catania, che ha accolto il ricorso del Comune contro la presidenza della Regione Siciliana, l’assessorato per il Territorio e l’Ambiente e quello dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, l’ufficio del Genio Civile e la Soprintendenza di Siracusa, tutti difesi dall’Avvocatura dello Stato, e ancora contro il Libero consorzio comunale di Siracusa, non costituito in giudizio, e nei confronti della Pastorino Srl e della Armicci Ambiente Srl rappresentate e difese dagli avvocati Carmelo Barreca, Diego Quercioli Dessena, Riccardo Rotigliano

«È una vittoria importantissima – sottolinea il sindaco Saverio Bosco a MeridioNews – per utilizzare un termine calcistico, eravamo al 90esimo, col 2-0 per loro, adesso abbiamo completamente ribaltato la partita e non è ancora finita, perché magari ci sono delle tesi che possono essere cavalcate anche se credo che la vittoria sia definitiva». L’udienza si è tenuta a settembre scorso e ieri è arrivata la sentenza che dà ragione al Comune, annullando dunque il decreto 2070 dell’assessorato regionale dell’Energia del 13 dicembre 2016 che aveva per oggetto la modifica del capoverso che dava al Comune la facoltà di scegliere se autorizzare o meno la realizzazione della discarica Armicci nell’omonima contrada lentinese, con la palla che era passata esclusivamente in mano alla Regione. Quest’ultima, paradossalmente, si era espressa favorevolmente all’impianto nonostante la presenza, a poche centinaia di metri, di un’area archeologica vincolata e del lago di Lentini – sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale – che lo stesso ente voleva rilanciare affidandolo al Comune.

«Quel decreto dirigenziale ci escludeva da qualunque decisione – spiega il primo cittadino – quindi la ditta poteva iniziare in qualunque momento i lavori, aveva campo aperto, non lo ha fatto perché alla luce del nostro ricorso, avrebbe potuto correre il rischio che oggi un giudice le intimasse di smontare tutto. Oggi per avere la libertà di piantare un paletto ha bisogno dell’ulteriore pronunciazione di un altro magistrato, ma è molto difficile ribaltare questa sentenza, noi siamo cautamente ottimisti». In aula, il Comune è stato rappresentato dall’avvocato Gianluca Rossitto, in passato duramente attaccato sui social per via della sua parentela con l’ex assessore all’ambiente Santi Terranova. «Lo scelsi per il suo ottimo curriculum e il tempo alla fine mi ha dato ragione – taglia corto il sindaco – perché il ricorso è stato fatto molto bene e in breve tempo abbiamo riaperto una vicenda che era quasi chiusa». 

Il riferimento è all’arco temporale in cui si è sviluppata tutta la storia: «Nel 2014 l’opposizione di cui facevo parte – racconta Bosco – portò la proposta in consiglio comunale, che per primo si pronunciò contro» la richiesta di variante urbanistica avanzata dalla Pastorino Srl, anche perché il sito individuato confina, tra le alte cose, con alcuni agrumeti. Ma la svolta vera e propria arriva nel 2016 «quando, dopo l’insediamento della nostra amministrazione – ricorda il primo cittadino – la Regione firma questo decreto che toglie la possibilità di veto al Comune. Sembrava tutto finito ma ci siamo opposti e posso tranquillamente dire che è stato un colpo di maestro sia dell’assessore Terranova sia dell’avvocato Rossitto».

Dunque niente lavori, niente discarica. L’azione del Comune e il fronte di protesta, nato subito dopo la modifica di quel decreto, hanno funzionato. A esprimere soddisfazione è anche il coordinamento No discarica Armicci, che invita a «tenere alta la guardia. È evidente – dicono i rappresentanti a MeridioNews – che il territorio non è al sicuro. Ce lo dicono, ad esempio, gli odori molesti che sempre più spesso ci segnalano molti cittadini preoccupati, odori che provengono dalla discarica di Grotte San Giorgio-Bonvicino. E questo non è il solo danno alla nostra terra. Armicci per noi del Coordinamento per il Territorio è stata una palestra di vita e di lotta – sottolineano – abbiamo imparato a riscoprire il nostro territorio e il nostro orizzonte di lotta si è allargato. Ci è chiaro che la battaglia è solo all’inizio».

Il Tar etneo ha condannato l’assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità al pagamento delle spese giudiziarie in favore del comune di Lentini, duemila euro oltre oneri. Tra l’altro, questa è la prima sentenza dopo il famigerato sistema Siracusa e l’operazione Piramidi, che l’anno scorso ha fatto emergere il coinvolgimento di due funzionari regionali, Gianfranco Cannova e Mauro Verace, dietro l’iter autorizzativo della stessa discarica. «Questa sentenza – conclude il sindaco – inaugura probabilmente una nuova stagione».

Danilo Daquino

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