Lentini, sindaco chiede di rateizzare debiti dei cittadini «Anche loro sono in difficoltà come la Lega di Salvini»

«Rateizzare in 76 anni tutti i debiti dei cittadini di Lentini verso il Comune». Non è una fake news, come in un primo momento l’aveva ribattezzata qualcuno sui social, ma quanto il sindaco Saverio Bosco chiede al governo nazionale, in una nota indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, al ministro degli Interni Matteo Salvini, al ministro dell’Economia Giovanni Tria e ad altri deputati e senatori. Una provocazione, legata alla rateizzazione in 76 anni concessa alla Lega per restituire i 49 milioni di euro avuti in maniera illecita tramite i rimborsi elettorali: una diseguaglianza di fondo, per il primo cittadino, che si è appellato all’articolo 3 della Costituzione, secondo il quale «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

Nel documento del sindaco si chiede «a tutte le forze politiche in campo di farsi promotrici di adeguate leggi di bilancio, affinché questo provvedimento non abbia ripercussioni sugli equilibri di bilancio locali e sulla erogazione dei servizi essenziali». Secondo quanto sostiene Bosco, il governo centrale potrebbe intervenire con appositi provvedimenti, rivolti per esempio ai Comuni con determinate caratteristiche, come la virtuosità per la differenziata: «Nelle nostre città sono andati via i migliori contribuenti, rimangono solo gli indigenti, lo Stato ci ha assegnato il ruolo di esattori e a loro, agli ultimi dobbiamo chiedere i soldi dei tributi locali subito – denuncia il sindaco di Lentini -. Per questo vorrei che il cittadino potesse pagare in 76 comode rate annue, in modo tale da potergli garantire un presente normale». E qui il paragone: «Il nostro è un ente in difficoltà come potrebbe essere la Lega un partito in difficoltà, noi abbiamo problemi a far pagare le tasse ai cittadini – ammette Saverio Bosco – speriamo ci sia una presa di coscienza. A chi scambia questa mia nota per una sterile provocazione, lo invito ad assistere al ricevimento pubblico del sindaco: ti chiedono il lavoro, il sussidio, la casa, tutto ciò che un comune oggi non può dare. Ci sono persone – racconta a MeridioNews – che non hanno la possibilità di trovare lavoro, di pagare un affitto minimo, hanno chiusa ogni possibilità di sopravvivenza».

Il primo cittadino invita a considerare il suo un libero sfogo da amministratore locale abbandonato dallo Stato. «Spero serva a far spostare la politica del governo verso una nuova e migliore legislazione che tuteli gli enti locali e la pubblica amministrazione – prosegue – in modo tale da poterci riappropriare della politica, della capacità di investire sul territorio, di fare assunzioni di giovani professionisti, ovvero speriamo che la politica del governo attuale ci dia la possibilità di riappropriarci della politica locale», aggiunge Bosco, che adesso si augura di ottenere come risposta un incontro con le forze politiche interpellate. La proposta è quella di aprire un dialogo «su una serie di leggi che possano dare sbocco ai problemi delle amministrazioni locali», ritenuto che «una pace fiscale – si legge nella lettera – si possa raggiungere soltanto quando tutti i cittadini indistintamente siano messi nelle condizioni di poter contribuire in modo responsabile, equo e proporzionale». Intanto, all’appello ha già risposto il Sindaco di Camporotondo Etneo, Filippo Privitera, che ha sottoscritto la nota del collega lentinese.

Danilo Daquino

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