Un progetto per far conoscere le memorie della famiglia aristocratica più importante di Lentini. Si chiama Beneventano night experience e per la prima volta consentirà l’accesso ai visitatori in un’ala inedita del Palazzo Beneventano di Lentini, una delle dimore storiche più belle e ampie della Sicilia che, con un passato alle spalle fatto di atti vandalici e abbandono, ha rivisto la luce grazie al lavoro di Italia Nostra. «Ci sono delle sale che non abbiamo ancora aperto al pubblico – spiega a MeridioNews Giorgio Franco, presidente dell’associazione che si prende cura del sito – Le stiamo sistemando per renderle accessibili durante il Beneventano night experience, che sarà un percorso teatralizzato con delle performance, un vero e proprio itinerario dove le luci ad effetto, i costumi e le memorie della famiglia Beneventano faranno da grande intrattenimento».
Ogni stanza avrà dei protagonisti, tra attori e corpi di ballo, che metteranno in scena delle storie. In sottofondo musiche d’autore inedite e voci narranti, ma i volontari mantengono il riserbo sui particolari, per garantire l’effetto sorpresa a chi parteciperà alla sei giorni, che si svolgerà nelle ore serali del 29, 30 aprile e 1, 13, 14 e 15 maggio. Nel cast figurano i musicisti Rossella Raudino e Raffaele Schiavo, l’attore Davide Sbrogiò, Hilmar Pintaldi Funes, il musicista Michele Conti «che per la prima volta si improvviserà attore», il Red one duo composto dagli artisti siciliani Chiara Serges e Gabriele Gonzo, quest’ultimo autore e regista del progetto, entrambi «formati alla scuola del circo contemporaneo di Torino», i ballerini della scuola di danza di Eleonora Modica, Roberta Tirrò, Francesco Quadarella, Angelo Fangano, oltre alle installazioni di Stefania, figlia d’arte di Maria Lai e ai costumi di Maria Laganà e Sebastiana Santocono, mentre faranno parte della scenografia le personali di scultura di Cristina Costanzo e Alessandro Costagliola. Tutte persone perlopiù espatriate dalla Sicilia, perché «non trovano realtà in cui potersi esprimere» e che adesso hanno fatto squadra per dare vita al progetto.
«Un entourage eccezionale che sta preparando per la cittadinanza un itinerario unico per questo territorio – specifica Giorgio – perché per la prima volta non ci sarà il socio che fa la visita guidata con tonalità monotone. L’obiettivo di questo evento è restituire una nuova anima ai luoghi, creando un momento di meditazione sulle memorie degli stessi e sul valore della cura, per aiutare i visitatori a comprendere quanto complessa e storicamente significativa fu la realtà dei baroni Beneventano».
La storia della famiglia Beneventano si contraddistingue soprattutto tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 per la figura di uno degli ultimi eredi, il senatore a vita e deputato del Regno d’Italia Giuseppe Luigi Beneventano quarto, morto nel 1934 lasciando l’eredità nelle mani del nipote Giuseppe Luigi quinto. Le «memorie» vedono proprio «il teatro genealogico della nobile famiglia e i personaggi che hanno nel tempo abitato questo luogo, una storia che è opportuno conoscere per quella rivalsa sociale che oggi permette al pubblico l’accesso alla dimora, proibito a quei tempi soprattutto in alcune sale».
In questi giorni, alcuni professionisti stanno svolgendo dei lavori di manutenzione, tutti a carico di Italia Nostra sezione di Lentini: dalle fughe e i battiscopa ai pavimenti, agli impianti elettrici, agli infissi. «Grazie anche al supporto delle aziende, quella che era da considerarsi una Cenerentola oggi sta diventando una nobildonna – aggiunge il presidente dell’associazione – tra l’altro le nostre iniziative fanno da freno alla mortificazione del quartiere. Con lo spostamento dell’ospedale civico, che si trovava a pochi metri di distanza dal palazzo, è meno frequentato e sono aumentati i furti e gli atti vandalici, com’è successo pochi giorni fa al vicino Convento dei frati minori cappuccini». Il riferimento è alla struttura restaurata con i fondi della legge 433 del 1990, dove alcuni giorni fa ignoti hanno rubato porte, finestre e materiale vario, e che al momento è chiusa.
Lo stesso destino sarebbe potuto toccare anche Palazzo Beneventano, dal momento che Italia Nostra non si è vista rinnovare la convenzione che permetteva alla stessa di gestire l’edificio: per evitare di vanificare il lavoro svolto, però, Franco ha chiesto di stipulare un protocollo di intesa col Comune che di fatto ha sottratto terreno fertile ai malintenzionati e, grazie alle numerose iniziative, tra cui il progetto Badia Lost and Found, ha aperto le porte della storica dimora a una media di diecimila visitatori l’anno. «Siamo arrivati a tre anni di attività e questa esperienza, portata avanti senza alcun aiuto istituzionale di tipo economico, ha segnato Lentini perché è diventata il riferimento di altre realtà d’Italia oggi gemellate con la nostra».
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