Lentini, il Covid-19 non ferma la devozione a Sant’Alfio Sindaco: «C’è stato buon senso, pochi assembramenti»

«Non bisogna dimenticare che per i lentinesi non abbracciare Sant’Alfio il 10 Maggio è uno sforzo enorme». Saverio Bosco, sindaco di Lentini, risponde alle polemiche nate sui social in questi giorni dopo i piccoli assembramenti verificatesi nel corso della festa patronale che è terminata nei giorni scorsi. Per la prima volta, la tradizionale processione della vara per le vie della città e le altre commemorazioni sono state annullate per il rischio coronavirus, mentre le messe sono state regolarmente celebrate e trasmesse esclusivamente in streaming

A invitare tutti a rimanere a casa, d’altronde era stato anche padre Maurizio Pizzo. «Si invita vivamente la cittadinanza a raccogliersi in preghiera all’interno delle proprie mura domestiche, evitando di creare assembramenti o acclamazioni davanti la cancellata della Chiesa Madre – scriveva il parroco alla vigilia della festa sul proprio profilo Facebook -. La famiglia è già chiesa domestica». Boom di mi piace e commenti, ma poi in pochi hanno ascoltato il suo appello: non sono mancati, infatti, i devoti che hanno preferito acclamare il patrono scendendo direttamente in piazza, dove hanno urlato le frasi tipiche della tradizione, in alcuni casi con le mascherine abbassate sotto al mento, e hanno intonato l’inno con la tromba. Il tutto si è svolto alla presenza di numerosi cittadini, che non sempre hanno rispettato le distanze di sicurezza. 

Un comportamento che, a prescindere dall’emozione dettata dalla forte devozione che si rinnova di anno in anno e dalle circostanze che hanno impedito il normale svolgimento della festività, ha suscitato diverse critiche. «Purtroppo – dichiara a MeridioNews il primo cittadino – non tutti hanno seguito l’indicazione di non recarsi in piazza, nonostante gli appelli e i controlli si è verificato qualche assembramento di troppo». Le forze dell’ordine hanno invitato i fedeli a distanziarsi o tornare a casa, anche se alla fine pare che nessuno sia stato sanzionato. Un caso strano che da più parti ha fatto sorgere una domanda: questi atti di fede, considerata la piena emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 e i divieti attualmente in vigore, sono giustificabili? L’opinione pubblica si è divisa tra chi ha attaccato l’impreudenza e chi invece ha sottolineato come le situazioni delicate siano state poche. «Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri prevede passeggiate in solitaria,e altre attività che dopo il 4 maggio è possibile svolgere – replica Bosco -. Fare il giro santo, in mascherina, in solitaria, è come fare una passeggiata pregando». 

L’attenzione è stata rivolta anche al tradizionale omaggio di fiori che i fedeli ogni anno fanno al santo, legandoli alla cancellata esterna della chiesta. Don Maurizio era stato chiaro: «Non vanifichiamo gli enormi sacrifici fatti finora», aveva scritto tre giorni prima della festa, per poi concludere il suo post con una richiesta, «non fiori ma opere di bene». Il consiglio era quello di fare una donazione a un ente di beneficenza o ad un’associazione di volontariato. I fedeli però non hanno rinunciato all’atto di devozione trasformando il cancello in un vero e proprio muro floreale. Anche su questo punto interviene il primo cittadino. «Il gesto non ha rappresentato rischi – rassicura -. Ringrazio le forze dell’ordine che hanno saputo bilanciare buon senso mantenendo alta la sicurezza pubblica».

Danilo Daquino

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