Lentini, fumarole dai terreni dell’ex discarica Dopo sopralluogo, fessure coperte con terra

«Ci sono dei mezzi, stanno coprendo tutto». Sono gli attivisti del Coordinamento per il territorio – che raccoglie diverse associazioni impegnate nella salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini – a lanciare l’allarme su quanto ha visto nell’ex discarica comunale di Lentini. A preoccupare il coordinamento è il via vai di camion e di una macchina movimento terra che negli ultimi giorni sono entrati in azione per riempire delle fessurazioni. «Siamo tornati per monitorare la situazione e abbiamo trovato i lavori in corso, non ne sapevamo nulla», aggiungono. Nelle ultime settimane, in quel sito si è verificata la fuoriuscita dal sottosuolo di fumi sospetti, di colore bianco. E gli attivisti hanno chiesto di «provvedere ad un sollecito accertamento della natura e della tipologia dei fumi», presentando un esposto al Comune di Lentini, all’Asp locale, all’assessorato regionale dell’Energia e a quello al Territorio, all’Arpa e alla Procura di Siracusa.

«I fenomeni osservati altro non sono che il frutto della naturale combustione dei rifiuti stoccati nel tempo», spiega l’assessore all’ambiente Santi Terranova, che ha chiesto al dirigente del settore Lavori Pubblici, l’ingegnere Bruno Zagami, di effettuare un sopralluogo insieme ai tecnici del libero consorzio provinciale di Siracusa, dell’Arpa e dell’Asp di Lentini. «Da un attento esame dei luoghi – si legge nella relazione scritta da Zagami – si è potuto appurare che nella zona interessata si è ingenerato un significativo smottamento del terreno, che ha causato una penetrazione dell’aria atmosferica nel sottosuolo, che ha alimentato aerobicamente il fisiologico processo di combustione sotterraneo dei rifiuti, che si compie ad elevate temperature, prossime ai 90 gradi, ingenerando di conseguenza i fumaroli». Secondo quanto si apprende, tali fumi «non sono da considerarsi pericolosi» e dunque, per fermarli, è bastato apporre del terreno argilloso per ricoprire la voragine dalla quale vengono fuori.

Tuttavia questa operazione non convince il Coordinamento per il territorio, che chiede chiarezza circa i dati ricavati dagli esperti: «Ricordiamo che l’area risulta sito inquinato, ricompreso nel piano delle bonifiche predisposto dall’assessorato regionale, ma ad oggi mai attuato». Il sindaco Saverio Bosco precisa che «oltre ad aver attuato le misure più idonee per eliminare la manifestazione dei fenomeni, sono state sollecitate analisi, in corso di svolgimento, per accertare la qualità dell’aria nella zona» e che «la circostanza costituisce un ulteriore stimolo a continuare a porre in essere ogni possibile iniziativa idonea a tutelare la salute pubblica». 

L’ex discarica in questione si trova in contrada Armicci, a pochi passi dall’ex cava dove dovrebbe sorgere la contestata discarica di rifiuti speciali non pericolosi, sulla quale l’amministrazione comunale ha più volte posto l’attenzione con varie richieste di revoca e un esposto che ha portato la magistratura ad aprire un’inchiesta per fare luce sulla legittimità dell’iter autorizzativo. «Si è in attesa di conoscere l’esito dell’ennesima istanza di annullamento dell’autorizzazione della discarica Pastorino che, alla luce di recenti provvedimenti giudiziari e dell’incessante azione del Comune – afferma il primo cittadino – si preannuncia in coerenza con gli interessi di tutti i cittadini lentinesi».

Il sito è poco distante anche dai terreni sequestrati lo scorso ottobre, dove la Procura di Siracusa ha scoperto che all’interno di quello che doveva essere un agrumeto sarebbe stato scaricato mezzo milione di metri cubi di materiali inerti. «Questa zona – rivelano dal Coordinamento – è piena di cave dismesse che, data l’alta incidenza di tumori nel territorio lentinese, si sospetta siano state riempite di rifiuti tossici ma fino a quando non saranno attuate le bonifiche non sapremo mai cosa c’è veramente sotto».

Danilo Daquino

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