L’elettronico “Psychodelice” di Meg

Tra le star che giorno 30 Maggio hanno concluso in musica il festival delle radio universitarie a Catania era presente anche l’ex vocalist dei 99 Posse. Voce unica, personalità eclettica, Maria Di donna, in arte Meg nel 2004 ha dato vita a una personale carriera solista che l’ha portata a intraprendere un nuovo cammino di ricerca e sperimentazione verso nuove sonorità. Dall’intimistico primo album “Meg” all’elettronico della sua ultima produzione “Psychodelice” la cantante napoletana dall’intensa espressività vocale sembra trovarsi a suo agio in mezzo a beat e a groove sorprendendo ancora una volta il suo pubblico.

L’artista campana presenta il suo nuovo album “Psychodelice” ai microfoni di Radio Zammù in una intervista curata da Emanuele Brunetto e Claudio Gentile.

Quale è stata la gestazione di questo tuo secondo album da solista dopo il precedente lavoro “Meg” ?
Il primo disco da solista rispondeva ad un esigenza ben precisa cioè quella di trovare un momento di riflessione, di raccoglimento dopo tanti anni di esperienze fatte di tinte decisamente forti con i 99 Posse.
Per “Psychodelice” avevo invece un altro tipo di esigenza, quella di armonizzare, coniugare quella parte ritrovata in “Intima” e “Delicata” del primo disco con l’altra mia parte danzereccia, fatta di ritmiche muscolose, di bpm dalle velocità sostenute con un sound elettronico che rispecchiasse un energia ritrovata e una gioia di vivere da ogni singolo suono.

Hai presentato un pezzo del tuo nuovo album che si intitola “Napoli città aperta” insieme ad un pezzo scritto un paio di anni fa sempre dedicato alla tua città natale che in questo momento sta vivendo una situazione particolare. Si tratta quindi di un brano quanto mai attuale. Hai un pensiero da dedicare alla tua città in questo momento cosi’ difficile che sta attraversando?
Beh purtroppo la mia città è perennemente in guerra, perennemente sotto assedio. Per questo ho voluto prendere in prestito da Rossellini il titolo della canzone che è appunto “Napoli città aperta”. Si tratta di un brano d’amore nei confronti della mia città vive perennemente una situazione di emergenza dovuta ad una serie di concause: dalla presenza delle forze criminali che costituiscono – ci terrei a sottolineare – la prima forza economica del nostro paese all’assenza di una politica seria di sviluppo e intervento concreto sul territorio. Ci tenevo a scrivere questa canzone dedicata alla mia città perchè in fondo altro non è che lo specchio estremizzato di come funziona l’intero nostro paese.

Proprio riguardo questo tuo brano “Napoli città aperta” e l’attenzione per le problematiche della tua città è nota anche una tua collaborazione con i Subsonica per la stesura del testo di “Piombo”. Come è nato questo progetto con il gruppo di Torino?
La collaborazione con i Subsonica è nata dal fatto che i ragazzi avevano intenzione di scrivere un brano su Napoli o più in generale sul meridione. Riguardo la stesura del testo cercavano una penna che fosse di una persona napoletana per dare più veridicità alle parole del brano. Per cui sono entrata in gioco io, abbiamo scritto il pezzo a quattro mani ed è nata la canzone.

In vista della prossima partecipazione al Fru (Festival nazionale delle radio universitarie) cosa dobbiamo aspettarci dal tuo concerto di giorno 30 e soprattutto cosa ne pensi di dover suonare davanti ad un pubblico fatto di tanti giovani universitari?
Per giorno 30 proporremo un concerto super elettronico ma, nonostante i suoni rispecchieranno appunto quelli del disco, vogliamo dimostrare che l’elettronica non è un genere freddo. Al di là dello spettacolo ci sarà un band umana che suonerà ed improvviserà. Lo spettacolo si chiamerà “Psychodelice show” proprio perché vogliamo che dalla nostra esibizione esca fuori il senso del divertimento e le emozioni che proviamo nel momento in cui saliamo sul palco. Ci saranno quindi una serie di elementi che speriamo possano coinvolgere i ragazzi presenti.

Federica Motta

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