Leggo City nella Metro

Sono comodi, esaustivi, ma soprattutto gratuiti. Sono i nuovi giornali dell’era free-press che, con sempre maggiore caparbietà, continuano a prendere piede anche nel nostro paese (con il solito ritardo rispetto agli altri paesi europei) attestandosi a delle medie di diffusione quasi pari a quelle degli altri quotidiani nazionali.

 

Ma a cosa devono il loro successo i vari Metro, Leggo e City? Tanto per cominciare alla loro facile reperibilità. Basta salire in metropolitana o prendere un tram a Milano, Roma o Bologna (ma il numero delle città in cui questi periodici verranno distribuiti è in costante espansione) per trovarne una copia da sfogliare durante il proprio tragitto, con un’unica controindicazione. Potrete avere la vostra copia solamente se siete mattinieri (l’utenza target è quella dei pendolari). Se pensate di trovarne una copia nel pomeriggio, infatti, è meglio che rinunciate: l’ingordo popolo dei lettori metropolitani ne avrà già fatto piazza pulita.

 

Altro punto di forza di questi periodici è il formato, quello del tabloid, piccolo e pratico proprio perché pensato per essere fruito da un’utenza che ne fa un consumo limitato al tempo di permanenza nei mezzi pubblici o fino all’arrivo nel posto di lavoro. Ne consegue che la trattazione delle notizie è semplice ed agile, senza molti fronzoli o approfondimenti. In fondo se voglio informarmi bene non pretenderò certo di farlo in una ventina di minuti in metropolitana, ma avere comunque una panoramica generale delle news del giorno è sicuramente molto utile. Un po’ come avere una collezione di ansa cartacee.

 

Ma cosa rende possibile la pubblicazione di un giornale che non chieda assolutamente niente al suo pubblico? Gli investimenti pubblicitari ovviamente. Se vi capita di aprire una copia di questi giornali vi renderete immediatamente conto di come le inserzioni pubblicitarie la facciano da padrone campeggiando per ben più della metà delle pagine del quotidiano stesso. Certo, alla lunga può anche risultare fastidioso, ma se pensate che non avete sborsato un centesimo, ci passerete sicuramente sopra di buon grado.

 

 

Nel nostro paese esistono tre periodici dell’orbita free-press. Esaminiamoli nel dettaglio:

 

Metro – Il primo, l’iniziatore della stampa gratis da metropolitana e anche quello con le informazioni più dettagliate (sempre nei limiti del possibile ovviamente). È diffuso, oltre che in Italia, in altri 18 paesi. La grafica è curata e dedica uno spazio sufficientemente ampio alla cronaca locale. Questo è stato il suo sesto anno.

 

Leggo – Primo giornale free-press nato da un progetto italiano. Grafica poco accattivante ma di facile lettura. Numerose le immagini. Alcuni articoli hanno quasi la dignità della stampa tradizionale – non sembrano “ansa”. Notizie non sempre verificate e spesso imprecise. È giunto al suo quinto anno.

 

City – Altro progetto tutto italiano. Notizie scarne e ridotte all’osso – è il più piccolo dei tre. Grafica semplice ma funzionale. Ampio spazio dedicato a spettacoli ed eventi vari. Utile l’idea di inserire anche l’andamento del mercato borsistico. Anche City è al suo quinto anno di attività sui sedili delle metro italiane.

 

 

Ai periodici che abbiamo appena esaminato se ne è recentemente aggiunto un quarto, Gool, incentrato sulla sola cronaca sportiva che, nonostante la recente vita sta già dimostrando di avere un buon seguito di lettori, com’era del resto prevedibile in un paese come il nostro dove gli eventi sportivi sono da sempre tra gli argomenti più seguiti.

Daniele Giuseppe Bazzano

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