«Ho aderito con entusiasmo a questa iniziativa perché da palermitano non posso che sponsorizzare questo progetto che ci fa conoscere la nostra Palermo. Un modo per non dimenticare tutti i personaggi illustri che sono nella toponomastica e farli conoscere innanzitutto ai ragazzi e ai cittadini e poi anche ai turisti». Così il presidente del Senato Pietro Grasso per la cerimonia di inaugurazione del progetto Le vie della memoria che prevede la realizzazione e la collocazione di codici Qr nei luoghi e nelle strade intitolate a personalità della storia palermitana accedendo alle informazioni storico-biografiche utilizzando uno smartphone.
L’iniziativa, a cui era presente anche il sindaco Leoluca Orlando, è frutto di una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale su proposta del consigliere Francesco Bertolino. Si tratta di un progetto sperimentale che vede la collaborazione degli studenti delle scuole: nella prima fase saranno sei le targhette installate in centro e la prima è stata scoperta a piazza Ruggiero Settimo, dedicata al patriota e uomo politico palermitano che divenne primo presidente del Senato. Il codice rimanda a una pagina del sito del Comune di Palermo con la biografia realizzata dagli alunni di alcune scuole di Palermo.
«Spesso conosciamo i nomi delle strade, ma non chi c’è dietro – ha proseguito Grasso – i personaggi che hanno meritato quella intitolazione. Sono certamente persone che hanno dato lustro alla città e alla regione. Abbiamo bisogno di fare memoria per costruire il nostro futuro. Ringrazio i ragazzi e i docenti che hanno contribuito perché è un primo passo verso la conoscenza di questa città. Da palermitano sono felice di aver partecipato a questo primo atto». «A settembre – ha detto Bertolino – invieremo una circolare a tutti gli istituti invitandoli ad adottare le strade limitrofe. Attraverso le nuove tecnologie ci riappropriamo della nostra storia e coltiviamo la memoria conoscendo le nostre radici”. Il sindaco Orlando, infine, ha sottolineato come queste iniziative rappresentino «una modernità positiva, che recupera il passato e le nostre radici e costruiscono futuro in una citta’ come Palermo che purtroppo ha conosciuto nel dopoguerra la cattiva modernità che distruggeva il passato abbandonando il centro storico e distruggeva la convivenza dei diversi costruendo quartieri dormitorio».
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