Le Vie Dei Tesori e Gattopardo si fondono in un nuovo portale «A volte gli stessi cittadini non conoscono le proprie bellezze»

«Una volta ho fermato, davanti piazza Castelnuovo, alcuni palermitani di passaggio e ho chiesto loro se sapessero dov’è il museo Salinas. La metà delle persone non ha saputo indicarmelo». L’esperimento sociale, condotto in prima persona e raccontato dall’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Sebastiano Tusa, serve all’esponente della giunta Musumeci per introdurre le potenzialità, non sempre espresse appieno, del patrimonio artistico e monumentale siciliano. E che da oggi viene raccontato, sotto una nuova e accattivante veste, da un nuovo portale che è costituito da due giornali online (gattopardo.it e leviedeitesori.com): un esperimento che raccoglie due delle esperienze più positive dal punto di vista della narrazione dei tesori siciliani, vale a dire «il mensile della Sicilia che cresce» e il festival palermitano che da 12 anni nei weekend di settembre e ottobre chiama a raccolta decine di migliaia di visitatori aprendo centinaia di luoghi alle visite guidate. 

L’inaugurazione del nuovo portale (gattopardo.leviedeitesori.com) è avvenuta questa mattina al Polo Museale Riso, e parte dalla voglia di scoprire cosa c’è di bello in Sicilia. Luoghi, monumenti, paesaggi, itinerari, ma anche personaggi, storie, patrimoni immateriali. La parola più diffusa all’incontro è «sinergia». La pronuncia Laura Anello, presidente del Festival Le Vie dei Tesori e direttore di Gattopardo; la dice lo stesso Tusa, avvertendo il rischio della retorica ma rilanciandola ulteriormente; la ripete la direttrice del Riso Valeria Li Vigni. Tra le novità del portale la sezione dedicata alla sezione Fuori Festival che racconta, in costante aggiornamento, l’offerta stabile di luoghi e di esperienze in Sicilia; inoltre, come segnala la stessa Anello, ci sarà la possibilità dei ticket online ai siti culturali siciliani, con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per visitatori e turisti e «la speranza di diventare una sorta di booking.com del patrimonio culturale siciliano».

E mentre Le Vie Dei Tesori – un fenomeno sempre più apprezzato a Palermo, che è riuscito a raggiungere lo scorso anno lo straordinario numero di 320mila visitatori in 15 giorni (e molti sono costituiti dagli stessi cittadini che scoprono o riscoprono le bellezze del capoluogo siciliano) – aspira a «non chiudere mai, con l’ambizione di comporre passo dopo passo, tassello dopo tassello, il mosaico immenso del patrimonio siciliano», al Gattopardo il compito di raccontare «attraverso la penna di scrittori e giornalisti la migliore Sicilia, la Sicilia delle buone pratiche, la Sicilia che produce, che si sbraccia e fa da sé – continua Anello – Un giornale in italiano e in inglese che così oltrepasserà i confini dell’Isola parlando ai siciliani all’estero e a tutti coloro che sono interessati all’universo Sicilia». In tanti poi continuano a guardare con fiducia, nel mondo culturale, alla figura di Sebastiano Tusa che, da ex Soprintendente del Mare e più in generale per decenni all’interno del settore, conosce ogni aspetto delle bellezze dell’Isola. 

«Quando ho accettato la delega del governo – racconta l’assessore – mi sono subito posto il problema di amalgamare il sistema. Finora siamo stati più concentrati sulle mete principali e meno su quelle cosiddette minori, che poi minori non sono e devono ricevere altrettanta attenzione. In ogni angolo del più sperduto paese siciliano c’è un pezzo di storia, un po’ di memoria, un monumento che merita di essere conosciuto e visitato. Io dico che il settore culturale non può essere gestito in chiave monopolistica dal pubblico, serve sinergia con associazioni e privati. Investire nella cultura non è più solo un dovere ma è anche remunerativo. È così ad esempio che le imprese di legano al territorio». Non è tutto ancora rose e fiori, in ogni caso. «La coralità è importante – aggiunge Tusa – e lo abbiamo visto ad esempio nella grande carenza che fino a questo momento abbiamo dal punto di dista comunicativo. Spesso non sappiamo comunicare le nostre bellezze, nemmeno agli stessi cittadini che convivono a volte a fianco di luoghi di pregio senza saperlo. Ma è altrettanto vero che, seppur non si facciano nuovi reclutamenti dal 1990, il nostro resta un settore di eccellenza».

Andrea Turco

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