Le scuole ‘amiche’ di Centorrino

Negli anni ‘80 del secolo passato le aree svantaggiate della Sicilia – le zone interne, gli arcipelaghi siciliani detti impropriamente isole minori e le aree montane – erano oggetto di interesse da parte della politica. Chi scrive ricorda un lungo e appassonato dibattito a Sala d’Ercole sulle zone interne della nostra Isola. I temi erano tanti: agricoltura, tutela dell’ambiente, turismo, trasporti, scuola, sanità. I governi e l’Assemblea regionale siciliana, quanto meno, provavano a intervenire in positivo per migliorare la vita delle popolazioni delle aree svantaggiate. Oggi, invece – e spiace dirlo – avviene l’esatto contrario.

Oggi, nelle aree svantaggiate della Sicilia si eliminano i servizi sanitari, si ‘ragiona’ sui trasporti e si ‘razionalizza’ la scuola. Sulla scuola la parola magica è: “dimensionamento”. Che significa tutto e nulla. E in politica – soprattutto in Sicilia – quando si arriva alla formula “tutto e nulla” a trionfare sono le solite clientele. Come è avvenuto nelle alte Madonie. Dove il “dimensionamento” delle scuole voluto dall’assessore regionale, Mario Cetorrino, ha seguito la logica del clientelismo ‘premiale’ e ‘punitivo’. Elemento, questo, sottolineato da Pino Apprendi, parlamentare regionale del Pd, un deputato che non può certo essere accusato di estremismo.Perché se una cosa di estremo c’è in Apprendi, ebbene, questo è il buon senso. Ma andiamo per ordine.

Il parlamento siciliano,oggi, rispetto ai problemi delle aree svantaggiate della Sicilia sembra assente. Al massimo, si avverte qualche proclamo. Demagogia spicciola e nulla più. L’attuale governo regionale, invece, sembra impegnato penalizzare ulteriormente territori già in difficoltà. Di recente, per ‘risparmiare’, il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e il suo fido assessore alla Salute, Massimo Russo, hanno disposto lo sbaraccamento dei punti nascita nelle aree svantaggiate. Il progetto è ‘intelligente’ e ‘ambizioso’: tra cento anni non ci sarà più nessuno che, ad esempio, potrà dire: “Io sono nato nelle isole Eolie”. Al massimo potrà dire: “Sono nato a Messina e poi, dopo qualche giorno, mi hanno portato alle isole Eolie”.

La differenza è sostanziale. Chiudendo i punti nascita si risparmiano soldi da spendere altrove (magari in appalti: quelli sulla sanità non li controlla nessuno: ed è un peccato, perché la Guardia di Finanza potrebbe trovare cose molto interessanti). E pazienza se le donne che vivono negli arcipelaghi sconteranno qualche problema in più. Si nasce per morire e si vive per soffrire, no?

E che dire dei trasporti, sempre da e per gli arcipelaghi: Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica e Pantelleria. In Assemblea regionale siciliana, in questi giorni, è in discussione la manovra. I soldi, così si dice, dovrebbero essere trovati. Vedremo. Mentre per il trasporto locale il taglio sarebbe del 20 per cento circa. Volete vedere che, a farne le spese saranno anche, se non soprattutto, le aree svantaggiate?

Poi c’è il già citato dimensionamento scolastico. Una vicenda che, nei centri delle Madonie, è diventata un ‘caso’. In questi centri, come racconta Pietro Puleo, madonita e impegnato nel mondo della scuola, è stata messa in moto “una macchina complessa e infernale che ha coinvolto gli istituti scolastici, i sindaci e le giunte municipali, i sindacati e il Consiglio Scolastico Provinciale di Palermo e, infine, un Tavolo tecnico regionale”.

A mettere in moto questa “macchina infernale” è stato l’assessore regionale alla Pubblica istruzione (o distruzione?), Mario Centorrino. “Una volta acquisiti i pareri però – scrive Pietro Puleo nel quindicinale l’Obiettivo – l’assessore se n’è fregato di tutti ed ha deciso da solo, inviando al Ministero un piano totalmente sgangherato ed in contraddizione con le sue precedenti disposizioni e con quanto le varie istituzioni coinvolte erano riuscite faticosamente a concordare, anche in linea con la richiesta del Ministero che per le scuole di montagna prevedeva almeno 400 alunni, anziché i 300 previsti dalla normativa regionale”.

“Ma Centorrino – prosegue l’articolo – ha imposto i suoi numeri piuttosto che quelli del Ministero per il mantenimento dell’autonomia delle scuole. Proprio lui, con una sua nota, aveva precedentemente indicato anche gli istituti che andavano chiusi ed accorpati ad altri perché sotto i trecento alunni. Sono quelli di Alimena, di Petralia Sottana e di Geraci Siculo. Ma l’onnipotente Centorrino poteva permettersi di tutto. Soprattutto di considerare dei babbei i sindaci delle Alte Madonie che, seguendo le sue indicazioni e quelle della normativa in vigore, avevano previsto quattro grandi Istituti, quello di Castellana Sicula che accorpava Polizzi Generosa, quello di Petralia Soprana che manteneva Blufi e accorpava anche Bompietro, quello di Petralia Sottana che accorpava Alimena e Geraci Siculo e quello di Gangi, che aveva ed ha tutti i numeri per mantenere la sua autonomia”.

Insomma, l’assessore Centorrino non è molto popolare sulle Madonie. Leggiamo cosa scrive ancora l’Obiettivo: “Centorrino ha messo in moto le sue virtù miracolistiche, come quella di resuscitare i morti e quella di moltiplicare le cose. Con un primo colpo di magia ecco resuscitati l’Istituto Comprensivo di Alimena e quello di Petralia Sottana, che si sono arricchiti di ulteriori alunni per ritrovare la vita. Con il secondo colpo ecco l’altro grande miracolo: la moltiplicazione degli istituti: dei quattro previsti dai sindaci, l’assessore ne ha fatti cinque, appena sopra la soglia regionale dei 300 alunni, ma sotto quella dei 400 previsti dal Ministero. Per fare questo ha dovuto colpire a morte l’unico Istituto Comprensivo, quello di Petralia Sopran a , che con Blufi poteva stare tranquillo perché superava anche la soglia prevista dal Ministero”.

Assessore Centorrino, ma che cosa combina? Lo vede che non siamo noi che ce l’abbiamo con il governo della Regione? Si rende conto o no che, a furia di organizzare clientele, si va solo a sbattere? “Centorrino – aggiunge il puntuto Puleo, sempre a proposito del dimensionamento scolastico ‘made in Madonie’ – ha decretato invece che Blufi, da sempre insieme a Petralia Soprana, deve andare ora ad impinguare la povera Alimena che altrimenti non potrebbe sopravvivere, che Petralia Soprana può rimanere da sola con poco più di 300 alunni, che Geraci Siculo deve immolarsi per il salvataggio di Petralia Sottana, che Polizzi Generosa deve accorparsi a Castellana Sicula, mentre Gangi può rimane così com’è. Il miracolo è fatto, gli amici sono stati serviti a dovere, mentre i nemici sono stati più che oltraggiati”.

Ha visto che ha combinato, assessore? Chi le ha consigliato (o imposto?) di scatenare tutto questo casino? Si rende conto o no della ‘stima’ che i centro delle Alte Madonie riservano a  lei e al suo governo? “Centorrino – leggiamo sempre nell’articolo – sa che il Ministero non garantirà più alle scuole sottodimensionate secondo i suoi parametri la titolarità dei dirigenti e dei direttori dei servizi amministrativi. Queste scuole, infatti, dovranno procedere nel prossimo anno ad un ulteriore dimensionamento e ad una nuova razionalizzazione, dopo che la Corte Costituzionale, nei cui confronti l’assessore regionale ha fatto appello, si pronunzierà per dire che l’autonomia di questa Sicilia non può coincidere con lo sperpero del denaro pubblico e con la trasgressione delle leggi nazionali”.

“Ma Centorrino – conclude l’articolo – da quel grande veggente che è, ha predisposto tutto per la nuova mappa scolastica sulle Alte Madonie, con buona pace per quelli che perderanno il posto, per la buona politica e per la democrazia che è stata abbondantemente calpestate”.

Più chiaro di così…

 

 

Giulio Ambrosetti

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