È solo una foto, ma racconta più di mille parole quanto quel 19 luglio di 24 anni fa abbia segnato un’intera famiglia, comprese le future generazioni, quelle che Paolo Borsellino non lo hanno mai conosciuto. Mentre le redazioni si preparano ad affrontare la maratona della Borsellineide. Mentre ogni ufficio stampa cerca l’immagine meno scontata per ricordare il sacrificio del giudice ucciso dal braccio più sanguinario che Cosa Nostra abbia conosciuto. Mentre abbiamo bisogno di Wikipedia per ricordare in fila i nomi degli agenti di scorta morti nella stessa strage, Emanuela Loi, Walter Cosina, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina. Mentre le timeline di Facebook e Twitter sono costellate dalla celeberrima foto di Tony Gentile. Mentre le più alte cariche dello Stato depongono corone di fiori in via D’Amelio. C’è una foto che racconta più di mille parole.
Eccole lì, le splendide nipoti di Rita Borsellino. Belle come il sole, sorridenti, senza un velo di trucco, sfoggiano insieme agli occhioni azzurri ereditati dalla nonna, altrettanti guantoni gialli. Sono in via D’Amelio, davanti l’albero della Pace donato a nonna Rita da Gerusalemme. Lo stanno ripulendo dagli escrementi dei gatti, dalle cartacce portate dal vento, dalle cicche di sigarette di chi quell’albero lo ha scambiato per un posacenere. Oggi i bambini di Palermo potranno portare nuovi disegni da lasciare in via D’Amelio.
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