Ci sono le antenne del mafioso sempre puntate e c’è un cantante neomelodico che vuole aprire un’attività commerciale per metterci «la moglie». In mezzo a loro ci sono le microspie degli investigatori che registrano ogni parola. Ai boss non sarebbe sfuggito niente, nemmeno l’apertura di uno dei tanti punti vendita che assicurano noleggi senza carta di credito. Il caso emerge grazie agli atti dell’inchiesta Overtrade. La stessa che nei giorni scorsi ha smembrato alcuni gruppi di Cosa nostra attivi tra Catania, Nicolosi, Belpasso e Mascalucia. Al vertice ci sarebbero stati due volti noti: il boss di Nicolosi Salvatore Mazzaglia e il genero Mirko Casesa. Sarebbero loro il convitato di pietra dell’intera vicenda.
La chiacchierata sull’autonoleggio, come si legge negli atti dell’inchiesta, avviene il 18 ottobre 2017. Mazzaglia e Casesa sono all’interno di un lussuoso suv Audi. Al centro della discussione finisce il neomelodico Nino Fiorello. Il suo nome lo pronuncia proprio Casesa: «Ieri ho chiamato a Nino Fiorello, il cantante». Mazzaglia ascolta e chiede immediatamente il motivo di quella telefonata. «L’ho chiamato io – continua Casesa – perché sta facendo l’autonoleggio. L’ho mandato a chiamare».
I contorni della vicenda cominciano a prendere corpo e per capirli agli investigatori basta continuare ad ascoltare: «Gli ho detto a Giuseppe, che gli viene cugino, “chiedigli cosa sta facendo in questa bottega”. Perché se si deve fare il noleggio deve farlo con noialtri o altrimenti lui noleggio non ne fa». Casesa continua a parlare e stando alla sua ricostruzione alla fine con il neomelodico (non coinvolto nell’inchiesta, ndr) riesce pure ad avere un faccia a faccia. A Mazzaglia ripete le parole che avrebbe pronunciato all’artista: «”Siccome tuo suocero è amico mio e siccome il noleggio lo stavo facendo pure io, se lo vuoi fare lo devi fare insieme a noi”». Ma di chi è parente Nino Fiorello?
Anche questo è un mistero a metà. Nell’intercettazione sono gli stessi protagonisti a svelarlo: «Suo suocero – dicono – è quel ragazzo: Dario Caruana». Quest’ultimo da pochi mesi ha allargato le fila dei pentiti della mafia etnea ma quando le cimici registrano il dialogo in macchina – 18 ottobre 2017 – Caruana si trovava dietro le sbarre già dal 2015, accusato dell’omicidio di Salvatore Di Pasquale. La parentela tra il neomelodico e il boss della famiglia Santapaola, come verificato da MeridioNews, è legata alla moglie del primo. La cui madre si è sposata in seconde nozze con Caruana.
Secondo le carte dell’inchiesta i magistrati non contestano nessun tipo di reato a Fiorello e lo stesso vale nei confronti della moglie e della suocera. Ma rispetto al giorno di quella famosa intercettazione qualcosa è cambiato. L’autonoleggio del neomelodico è stato aperto con una doppia unità locale, come emerge dalla visura camerale: la prima a Nicolosi e l’altra a Motta Sant’Anastasia.
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