Le mani sulle coste della Sicilia

In queste ore tutti si chiedono perché il Pd siciliano, dopo aver annunciato ai quattro venti che avrebbe ‘sfiduciato’ il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, all’ultimo momento ha cambiato idea e. non solo lo ha salvato, ma ha dimostrato di non essere mai uscito dal Governo della Regione. Certo, non tutto il Partito siciliano è d’accordo su questa scelta di potere. Anche perché, questa volta, di mezzo c’è l’aggravante di mafia che la magistratura ha notificato al presidente della Regione.

Da qui una domanda: cos’è che impedisca ad Antonello Cracolici e a Giuseppe Lumia – e ai vertici romani del Pd che li appoggiano incondizionatamente – di uscire da questo Governo, accollandosi, anche, il rischio di essere accomunati in un giudizio negativo, da parte dell’opinione pubblica, su un presidente pesantemente indagato per mafia? La risposta non può che essere una: gli affari. Tra questi affari ci potrebbe essere quello sulla ‘cementificazione’ delle coste.

Su questa incredibile storia abbiamo effettuato un approfondimento. E abbiamo scoperto che il progetto di privatizzazione delle coste siciliane per i prossimi 50 anni è ancora in piedi. Ricordiamo che quando il quotidiano la Repubblica ha tirato fuori questa storia, il presidente della Regione, Lombardo, si sentì addirittura offeso perché, diceva, era “storia vecchia”. Lombardo, come al suo solito, non raccontava tutta la verità. Il progetto, allora, era ancora in piedi. E lo è ancora. Lombardo, Cracolici, Lumia e l’assessore Gaetano Armao, in realtà, erano stati colti con le mani nella marmellata. Ma andiamo con ordine. 

Lombardo, ricordiamolo, quando la repubblica tira fuori questa storia querela. Ma le parole dell’attuale presidente della Regione, si sa, sono piume al vento. Lombardo, per la cronaca, è il personaggio che, di fronte alla pesantissima impugnativa della legge di bilancio operata dal commissario dello Stato, annuncia ai quattro venti che pubblicherà la legge impugnata. Sono passati più di due mesi e noi ancora aspettiamo questa coraggiosa pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana…

Il Governo ‘autonomista’ di Lombardo – supponiamo con la consulenza di Armao e Lumia, due personaggi che in queste cose ci sanno fare – mette in piedi una delle più grandi operazioni speculative della storia dell’Autonomia siciliana. Una speculazione dove l’interesse di 5 milioni di siciliani finisce sotto i piedi. La punta dell’iceberg di tale operazione è una grande società di nome Sidra che si occupa di dragaggi e di opere portuali in generale. La società fa parte di un grande e conosciuto gruppo belga.

Questa società si propone di intervenire sulle coste siciliane annunciando la realizzazione di opere di difesa costiera. Di fatto, gli interventi dovrebbero riguadare tutte le coste siciliane. Con ripascienti e consolidamenti.

Mimmo Fontana, segretario regionale di Legambiente Sicilia, che segue da sempre questa incredibile vicenda, ci spiega che l’erosione delle coste è dovuta a due fattori: la ‘cementificazione’ dei fiumi a monte, che impedisce l’apporto di detriti a valle (e quindi l’alimentazione, se così si può dire, delle spiagge); e gli interventi dell’uomo sulle coste, a cominciare dalla ‘cementificazione’ del territorio, anche con l’irrazionale realizzazione di opere a mare che non tengono conto del vento e delle correnti marine.

“A rigor di logica – ci dice Fontana – per risolvere questi proboemi bisognerebbe decementificare i fiumi e le coste della Sicilia”.

Ma, come abbiamo già accennato, i signori che vorrebbero ‘sistemare’ (per le feste, diciamo noi) le coste siciliane propongono, come già accennato, interventi di ripascimento e consolidamento. Ovvero interventi che non eliminano le cause del problema, ma che si limitano a mitigarne gli effetti. “Interventi insensati sul piano tecnico”, osserva Mimmo Fontana.

Il costo di questo progetto – anzi: di questi lavori da realizzare con la finanza di progetto (project financing) è di circa 680 milioni di euro. Naturalmente – e qui già cominciano le cose strane – si richiede un bel contributo alla Regione siciliana, che dovrebbe ‘cacciare’ 630 milioni di euro. “Cosicché l’intervento diventa anche illogico sul piano economico”, osserva ancora Legambiente Sicilia.

Ora cominciamo a entrare nel cuore dell’operazione. In questa partita non c’è solo Sidra. Dietro ci sono altre società. Tante società nazionali e siciliane. Tra le prime spunta la Gabetti, società leader, in Italia, nel settore immobiliare. Il segnale, preciso, che con la scusa del ‘risanamento’ delle coste si prepara un’impressionante colata di cemento alla faccia della tutela delle coste della Sicilia!.

Accanto alla Gabetti c’è una società del gruppo Marcegaglia. Si tratta del gruppo che fa capo all’ex presidente di Confindustria nazionale, Emma Marcegaglia. E qui abbiamo una seonda notizia: Marcegaglia significa, per l’appunto, Confindustria: che in Sicilia significa Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia, presente nel Governo regionale con un proprio esponente: Marco Venturi, assessore alle Attività produttive. Dunque, nell’operazione troviamo anche l’accoppiata Montante-Marcegaglia.

Un terzo gruppo è il Ccc di Bologna. E’ la Lega nazionale delle cooperative. Di questo gruppo il garante, in Sicilia, è Giuseppe Lumia. I ‘compagni’ della Lega nazionale delle cooperative non hanno una bella tradizione in Sicilia. Tutt’altro. Sono quelli, per intendersi, che alla fine degli anni ’80 sono stati pescati, da chi scrive, in un’opera miliardaria e rigorosamente inutile (appalti ‘acquatici) in coppia con Filippo Salamone, allora discusso ‘re’ degli appalti pubblici siciliani. E sono sempre quelli del mega centro commerciale ‘La Torre’ di Palermo, un’incredibile colata di cemento senza nemmeno un filo di verde coni parcheggi senza copertura. E sono anche dentro l’operazione – per ora bloccata – del rigassificatore di Porto Empedocle, altra ‘delicatezza’ pensata dalla Regione di Totò Cuffaro e diventata operativa grazie al Governo Lombardo-Lumia-Cracolici. La dimostrazione che quandoci sono di mezzo gli affari la ‘decuffarizzazione’ tanto decatatta da Lombardo, Cracolici e Lumia va a farsi benedire.

Ma torniamo ai ‘compagni’ della Lega nazionale delle cooperative. Giusto per ricordare che il Ccc è un gruppo economico e imprenditoriale coinvolto nel ‘sistema Penati’, con riferimento a Filippo Penati, il dirigente del Pd lombardo, vicino al numero del Partito, Pierluigi Bersani, coinvolto in un vorticoso giro di appalti sul quale indaga la magistratura di Monza.

Penati è già uscito dalla scena politica. Ma Lombardo, Cracolici e Lumia hanno pensato bene di portare in Sicilia il gruppo Ccc. Questo spiega perché il Pd nazionale – Bersani, per intendersi – non ha mai smentito Cracolici e Lumia: perché di mezzo, per l’appunto, ci sono gli affari. E un affare del genere val bene un’alleanza con un presidente della Regione inquisito per mafia. Elemento, questo, che la dice lunga sull’antinafia del Pd, nazionale e regionale.

Continuiamo nel racconto. Nel complesso – come abbiamo scritto un mese fa circa, quando abbiamo dato spazio a un’interrogazione di Pino Apprendi, uno dei pochi parlamentari regionali di questo partito, forse l’unico, che si è esposto in questa storia – l’investimento per ‘salvare’ le coste siciliane ammonta a circa 3 miliardi e 166 milioni di euro.

Direte: una cifra enorme per un investimento privato (come già accennato, si tratta di finanza di progetto). Invece non è così. A parte il fatto che, come già accennato, il gruppo conta di intercettare 630 milioni di euro dalla Regione siciliana (che, detto per inciso, non capiamo dove la stessa Regione dovrebbe trovare questi soldi, visto che Lombardo e Armao l’hanno ridotta in bolletta), va detto che, a fronte di tale investimento, il gruppo che dovrebbe ‘risanare’ le coste siciliane avrebbe in ‘dono’ per trent’anni estensibili a cinquant’anni tutte le coste della Sicilia.

La vera operazione non è certo la tutela delle coste ma, semmai, la ‘cementificazione’ delle coste siciliane con alberghi, porti turistici e attività commerciali varie. Tutte privatizzate. Questa è ll’autonomia di Lombardo, Cracolici, Lumia e Armao: tutte le coste nelle mani dei privati. Veri ‘Autonomisti’ i nostri governanti, no?

Certo, in Sicilia ci sono le leggi per evitare le ‘cementificazione’ delle coste. C’è la legge numero 78 del 1976. Che sancisce l’inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia. Una legge che è stata già cambiata, ricordiamolo, proprio in questa disgraziata legislatura, per consentire al gruppo Forte di realizzare le buche dei campi da golf dalle parti di Sciacca. In ogni caso, ci sono pronti gli Accordi di programma che consentono di andare in deroga alle leggi, là dove ci dovessero essere problemi per cambiarle. Insomma, i presupposti per ‘cementificare’ le coste siciliane ci sono tutti, grazie all’autonomista Lombardo, al Pd e ai ‘compagni’ di Sesto san Giovanni, pardon, del Ccc.

Stiamo arrivando alla sfacciatagine di Lombardo. Alla sua annunciata querela a la Repubblica. Chi decide su questo progetto faraonico dell’autonomista Lombardo e degli autonomisti Cracolici, Lumia e Armao? Il presidente della Regione ha pensato a tutto. Istituendo la ‘Cabina di regia’.

In pratica, il presidente Lombardo ha costituito una sorta di ‘Governo parallelo’, come fece alla fine degli anni ’80 l’allora presidente della Regione, Rino Nicolosi. Solo che allora Nicolosi si trovò il Pci di Gianni Parisi contro. Mentre oggi gli eredi del Pci – Cracolici e Lumia – sono con Lombardo.

Ed è stata proprio la ‘Cabina di regia’ a ‘pilotare’ l’operazione fino a un certo punto. Poi… Qui comincia un’altra storia. L’ex assessore regionale alle Infrastrutture, Pier Carmelo Russo – che in questa storia, come vedremo, si è comportato bene, cioè da governante che fa gli interessi della Sicilia e non dei comitati di affari – a fine febbraio di quest’anno ha fatto approvare il Regolamento sugli appalti pubblici. Legge alla mano, la competenza sulla finanza di progetto spetta all’assesorato alle Infrastrutture e non alla Cabina di regia.

Cominciano le pressioni – a quanto si racconta fortissime – sull’allora assessore Pier Carmelo Russo. L’obiettivo è quello di fargli cambiare idea, cedendo alla Cabina di regia le competenze sul mega-progetto di ‘cementificazione’ delle coste siciliane. Ma Pier Carmelo Russo non cede. Anzi.

Inizia un braccio di ferro. Più volte, in giunta, la tensione tra il presidente della Regione e l’assessore alle Infrastrutture è alle stelle. E’ evidente che Lombardo, contrariamente a quanto ha affermato dopo l’articolo de la Repubblica, non ha alcuna intenzione di mollare il progetto.

Su questo periodo di tensioni tra Lombardo e Pier Carmelo Russo è agli atti un fitto e interessantissimo scambio epistolare. Lettere, con tanto di protocollo, che rimangono a futura memoria.

Pier Carmelo Russo tiene la posizione. In questa storia, lo ripetiamo, è l’unico che dimostra di avere senso dello Stato, senso delle istituzioni e, soprattutto, è l’unico che difende l’interesse pubblico, cioè gli interessi dei 5 milioni di siciliani. Mettendosi contro i ‘briganti’ che stanno dentro la giunta regionale e dentro il Pd siciliano.

Alla fine la Cabina di regia – altro strumento di grandi affari che merterebbe un approfondimento – verrà sciolta. Passa la linea di Pier Carmelo Russo. Ed è anche logico: dopo il fitto scambio epistolare, sarebbe stato un errore lasciare in vita la Cabina di regia. Troppe ‘molliche’. Lombardo e i comitati di affari non sono stupidi. 

Ma anche Pier Carmelo Russo andrà via dal Governo. Non prima di aver ricevuto un ‘avvertimento’ da Lombardo, che nel piano della polemica su questo progetto infame di ‘cementtificazione’ delle coste siciliane, a un certo punto, in un’intervista, dirà: “Mi difenderà Pier Carmelo Russo…”.

Siamo arrivati a luglio. Cioè ai nostri giorni. Il Pd siciliano, all’ ‘affaccciata’, è fuori dal Governo. In realtà, è ancora saldo alleato di Lombardo. O, almeno, alleati del Governo sono Cracolici e Lumia. Con il probabile appoggio del Pd romano.

La mozione di sfiducia al Governo Lombardo è stata messa in mezzo dal segretario regionale del Partito, Giuseppe Lupo. Anche se questa mossa, con rispetto parlando, sa più di Sergio D’Antoni che di Lupo. E’ una mossa abile. Per costringere Lumia e Cracolici a venire allo scoperto. Per sputtanarli pubblicamente. Mossa riuscita. Perché, pescati ancora una volta con le mani nel sacco, Cracolici e Lumia sono costretti a presentarsi per quello che sono: politicamente parlando, due imbroglioni, che dicevano di essere all’opposizione e che, invece, erano – e sono – ancora dentro il Governo.

Lombardo è salvo. Tirerà a campare sino a fine luglio. Apprendi, ieri sera, lasciava intendere che a fine luglio il presidente potrebbe non dimettersi. L’operazione ‘cementificazione delle coste è ancora in piedi. Lombardo e compagni non l’hanno rimossa. Tesi campata in aria? Può darsi. Ma può essere anche che non ci sbagliamo.

Ci sono altri fatti. Altri retroscena che non depongono bene. C’è una società – Arenaria – che ha presentato progetti per la coltivazione di cave sottomarine. Un di questi progetti – che avrebbe dovuto essere realizzato dalle parti di Pozzallo – è stato ‘bocciato’. Un secondo progetto, dalle parti di Trapani, non è stato non ‘bocciato’, ma gravato di rilievi. E probabile che quando Lombardo parla di “cose vecchie” si riferisca a questi due progetti.

Solo che c’è anche un terzo progetto che, invece – sorpresa delle sorprese – è stato approvato. E’ il progetto per la coltivazione di una cava sottomarina dalle parti di Termini Imerese (guarda caso, il’feudo’ elettorale di Lumia).

Che si fa con la coltivazione di una cava sottomarina? Si prende la sabbia. Che si fa con la sabbia? Il ripascimento. Proprio la prima parte del progetto di ‘cementificazione’ delle coste siciliane. Un caso?

Possibile che il Governo regionale più sfasciato e più inutile della storia dell’Autonomia voglia portare a termine la più grossa operazione affaristico-cementizia della storia dell’Autonomia?

L’onorevole Davide Faraone, da sempre contrario alla partecipazione del Pd alla giunta Lombardo, dice che con la decisione, adottata qualche giorno fa dal Pd, di rimangiarsi la mozione di sfiducia al Governo Lombardo, il Partito sta facendo ridere la Sicilia e i siciliani. Noi, purtroppo, osservando quello che sta succedendo, non troviamo nulla da ridere. 

Noi siamo ai fatti. La Cabina di regia non c’è più. La parola, su questo grande progetto, passa all’assessore regionale alle Infrastrutture. Su questa poltrona c’è una gran persona per bene, l’imprenditore Andrea Vecchio, un uomo conosciuto per la sua opposizione al racket.

Che farà l’assessore Vecchio? Terrà la posizione del suo predecessore o farà passare questo incredibile progetto di ‘cementificazone’ del territorio? 

E’ quello che vedremo nei prossimi giorni.

In prima pagina foto di Eraclea Minoa tratta da coast2coast.it

 

Giulio Ambrosetti

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