«La scienza utilizza termini come “cavie” o “animali da laboratorio” per indicare gli ignari animali, spesso considerati sacrificabili. Non vorremmo che lo stesso amaro destino toccasse a noi. Cavie e nient’altro. Sacrificate sull’altare delle guerre». Le mamme No Muos non usano giri di parole per rivolgersi alla prefetta di Caltanissetta, Maria Teresa Cucinotta, a cui chiedono di fermare l’accensione del Muos, prevista per mercoledì. Lo ha chiesto, per la seconda volta, il Consiglio di giustizia amministrativa per permettere al collegio dei verificatori di effettuare le misurazioni dei campi elettromagnetici con tutti gli impianti della base militare funzionanti alla massima potenza: sia le tre parabole dell’impianto satellitare degli Usa, sia le 46 antenne presenti a Niscemi dagli anni 90. Una situazione mai verificata prima di adesso.
La richiesta del Cga, in realtà, era già stata fatta a gennaio e quando tutto sembrava pronto, a 24 ore dal via ai test, proprio la Prefettura ha bloccato le verifiche, perché nessuno degli enti coinvolti – Asp, Arpa, vigili del fuoco e amministrazione comunale – sapeva quali fossero le misure precauzionali da prendere per garantire la sicurezza della popolazione. Ed è proprio su questo punto che insistono le mamme di Caltagirone. «Ci chiediamo adesso cosa possa essere cambiato rispetto a un mese fa – scrivono nella lettera – quando il suo ufficio aveva bloccato lo svolgimento delle precedenti verificazioni perché rimanevano ignoti gli effetti dell’accensione dell’impianto sulla popolazione, a ben vedere attuando il principio di precauzione a cui ora nuovamente e fortemente ci appelliamo».
Richiamando «il diritto alla vita e alla serenità», chiedono alla massima istituzione sul territorio di «adempiere a un dovere che tanto assomiglia a quello che ogni mamma attua per proteggere i propri figli a costo della vita stessa». Scendono quindi nel dettaglio, ricordando che già in passato le misurazioni dell’Arpa avevano registrato un superamento dei limiti – sei volt per metro – consentiti dalla legge italiana per l’emissione di onde elettromagnetiche. «Sarebbe da ingenui credere che si tratti di dati riferibili all’impianto a pieno regime, misurazioni che si riferivano a periodi in cui il Muos era ancora in costruzione o bloccato dalla magistratura penale. Sarebbe sconcertante scoprire ora che un tribunale, per quanto autorevole, possa autorizzare la violazione di una legge e se questa violazione si riferisse a una norma posta a tutela della salute pubblica saremmo di fronte a un fatto gravissimo».
La prefettura ha risposto positivamente alla richiesta di incontro da parte delle mamme e avrebbe manifestato anche una certa sopresa rispetto ai nuovi test disposti dal Cga, di cui il rappresentante dello Stato sul territorio non sarebbe stato ufficialmente informato. Il faccia a faccia dovrebbe avvenire domani.
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