Saranno i sommozzatori che si immergeranno nel pomeriggio a dire quanti corpi senza vita ci sono ancora nel relitto individuato ieri a largo di Lampedusa, a circa trecento metri dal luogo del naufragio avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 ottobre. Già ieri le immagini registrate dalle attrezzature hanno immortalato almeno 12 corpi, tra cui quelli di una mamma abbracciata al figlio piccolo.
È stata la motonave Galatea dell’Arpa Palermo, dotata di Side Scan Sonar, a individuare la prima dell’imbarcazione. Si trova adagiata sul fondale, a 61 metri di profondità. I successivi rilievi con il Rov (Remotely Operated Underwater Vehicle) dei nuclei subacquei della Guardia costiera hanno confermato che si trattava proprio del relitto che stavano cercando. E che lì attorno ci sono almeno dodici cadaveri.
Ma dalla Guardia costiera precisano che i morti potrebbero essere di più. Per cercarli e riportarli a terra pomeriggio verranno effettuate ulteriori ricognizioni subacquee, stavolta saranno i sommozzatori a scendere fino ai 61 metri di profondità. Per prepararsi stamattina il nucleo di Messina è rimasto nella camera iperbarica di Lampedusa. A breve dovrebbero essere supportati dai colleghi di Cagliari e Napoli. Al momento sono 25 i morti accertati (13 ritrovati quella notte e i 12 individuati ieri) del tragico naufragio.
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