Le Capannine, fuoco «accidentale» distrugge il lido «A rischio stagione balneare, danni da quantificare»

Stagione balneare a rischio e danni ancora da quantificare. Ma l’incendio che ha devastato, nella notte tra mercoledì e giovedì, lo stabilimento balneare Le Capannine potrebbe avere avuto cause accidentali. «I vigili del fuoco lo hanno scritto nella loro relazione», spiega Michele Gualtieri, da dieci anni direttore di uno dei lidi più famosi del lungomare della Playa di Catania. Il rogo ha distrutto l’intera zona al confine con il villaggio Paradiso degli aranci, vale a dire la parte più distante dall’ingresso, quella in cui – nelle notti d’estate – centinaia di persone si riuniscono in un’affollata discoteca. In cenere sono andati anche i magazzini delle scuole di surf e windsurf nate nel 2008 e che contenevano non solo gli strumenti degli insegnanti, ma pure quelli dei privati. «Non sono in grado di dire le dimensioni di quanto è andato bruciato – prosegue Gualtieri – Oltre alla zona della pista da ballo e i depositi, c’è una parte che d’estate è destinata agli ombrelloni. C’è un’assicurazione, ma aspettiamo di capirci di più. Ogni anno ci impegniamo per essere tra i primi lidi della Playa, e quest’anno non sappiamo se riusciremo a rimettere in piedi tutto».

I contorni della vicenda non sono ancora chiari. Secondo quanto riferito a MeridioNews dal direttore dello stabilimento balneare – posseduto da una società che conta più partecipazioni – una ipotesi sarebbe quella di un improvviso cortocircuito all’impianto elettrico. Proprio nella zona della discoteca, dove si sarebbe trovato un quadro necessario a fare funzionare illuminazione e audio per le serate danzanti. «Non possiamo ancora dire niente di definitivo: i vigili del fuoco hanno fatto i loro rilievi, la polizia è intervenuta sul posto in nottata, i carabinieri sono arrivati qualche ora dopo a vedere la situazione». Michele Gualtieri è arrivato lì intorno alle 3.30 del mattino, chiamato dalle forze dell’ordine che si trovavano già in viale Kennedy. Su chi abbia chiamato il 112 per chiedere aiuto, però, non ci sono spiegazioni. «Abbiamo un guardiano – continua Gualtieri – Che chiaramente si trovava sul posto anche quella notte». Non sarebbe stato lui, comunque, il primo ad accorgersi del fuoco. «Le Capannine sono grandi oltre 12mila metri quadrati, potrebbe non essersene accorto. I cani hanno abbaiato…». E come ha fatto a non vedere un incendio di quelle proporzioni? «Ripeto, lo stabilimento è grande. Può avere pensato che le fiamme venissero dall’esterno della struttura».

Ulteriori chiarimenti potrebbero venire dalle immagini del sistema di videosorveglianza del lido. Che, però, non è certo che stessero registrando, visto il periodo dell’anno privo di attività. «Sono andato a fare la denuncia, perché era necessario farlo. Io so solo che ho visto un foglio in cui era scritto che il rogo è stato “accidentale”». Per spegnerlo ci sono volute diverse ore, anche per via del forte vento che tirava quella notte. Lo stesso che ha reso difficile salvare la riserva di Fiumefreddo, pure quella vittima delle fiamme. Alle prime luci dell’alba, i pompieri del distaccamento Sud, del comando di via Cesare Beccaria e del distaccamento di Paternò avevano ancora davanti agli occhi alcuni focolai accesi. Era mai capitato prima? «Non da quando ci sono io», risponde Gualtieri. Cioè da dieci anni. Alla Windsurf school 360, nel frattempo, sono arrivate decine di messaggi di solidarietà degli appassionati che, fino a poche ore prima del rogo, erano sulla spiaggia ad allenarsi. In molti propongono una colletta. «Il gruppo è il nostro cuore e quello non brucerà mai», è l’ultimo messaggio, datato ieri sera, sulla fanpage Facebook. 

Luisa Santangelo

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