Le avventure del citizen journalism (2): il caso “NowPublic”

Il sito non ha un aspetto particolare, somiglia a tutti i suoi omologhi del Web 2.0: una pennellata di MySpace, un pizzico di YouTube e il numero dei partecipanti messo in evidenza per colpire i visitatori. Come ci si poteva attendere anche questa storia è cominciata in un garage, appena due anni fa. NowPublic – www.nowpublic.com – come altri suoi compagnetti del web ha trovato la formula vincente perché è riuscito a quotare, in giugno, 10,6 milioni di dollari (poco più di 7,4 milioni di euro).

Il fondo di commercio è il giornalismo partecipativo, ma non a piccole dosi. Più di 120.000 cyber reporter partecipano a NowPublic e lo nutrono quotidianamente di testi, immagini e video. La società che ha avviato questo start up, residente a Vancouver in Canada, rivendica un tasso di crescita mensile del 35%, oltre ad alcune imprese memorabili, come i contributi dall’interno dell’aeroporto di Heathtrow in occasione dell’allarme bomba durante l’estate 2006.

Per il 2007, il settimanale Time ha collocato NowPublic nella lista dei 50 siti internet più considerevoli dell’anno. La forza d’urto è considerevole, dixit il suo co-fondatore Leonard Brody: «Abbiamo in giro per il mondo molta più gente di quanta ne possano avere i media tradizionali. Vogliamo offrire la possibilità di trovare persone suscettibili di fornire informazioni da località che era impossibile coprire in passato». Alcuni giornalisti verificano, ma è principalmente la comunità che convalida o smentisce le informazioni.

Adesso la manna finanziaria consentirà di iniziare a pagare i collaboratori. «Secondo me la forma vincente del citizen journalism è il reportage e lo sguardo del testimone». Leonard Brody comunque detesta l’espressione cittadino-giornalista. «E’ un po’ come dire alle persone che diventeranno cittadini-dentisti. Non tutti hanno le competenze o il talento per compiere delle investigazioni, o un lavoro di analisi come lo fa un giornalista. I cyber reporter possono riportare quello che vedono, facilitare il lavoro dei giornalisti e costituire una specie di segnale d’allarme sulle notizie dell’ultim’ora».

[Questo articolo è comparso col titolo Le “regard témoin” di NowPublic su “Libération” del 20 agosto 2007, p. 4. La traduzione è stata curata dalla redazione di Step1]

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