Lavoratori ex Qè, oggi il corteo per le vie di Catania Vertice in prefettura, spiragli per rilancio dell’attività

Oltre un centinaio di lavoratori dell’ex call center Qè di Paternò hanno manifestato questa mattina a Catania. Il corteo, partito da piazza Università per arrivare fino alla prefettura etnea, aveva l’obiettivo di sollecitare le committenti nazionali Inps, Enel, Transcom, Sky e Wind, aziende che impiegavano i circa 600 lavoratori, a partecipare al tavolo regionale aperto su indicazione del ministero dello Sviluppo economico. Il timore di Slc Cgil e della Fistel Cisl è che il percorso di concertazione mirato a salvare i circa 600 lavoratori, concordato con la vice ministra Teresa Bellanova e la Regione Sicilia, stia subendo un forte rallentamento

Secondo i sindacati la colpa sarebbe da ricondurre «alla mancanza di responsabilità delle committenti di Qè. Abbiamo sempre chiesto – si legge in una nota diffusa dalle due sigle – di riavere le commesse per riprendere un confronto con un imprenditore locale che si è subito reso disponibile a un progetto di riqualificazione». Cgil e Cisl definiscono poi «incomprensibile» l’atteggiamento di Enel, Inps, Wind e Sky e auspicano che le stesse non rimangano a guardare. 

Nella giornata di oggi il vice prefetto Domenico Fichera ha ricevuto una delegazione formata da Rsu e sindacati, oltre che dalla deputata regionale Concetta Raia, dalla parlamentare nazionale Luisa Albanella e dal sindaco di Paternò Mauro Mangano. «Abbiamo chiesto al prefetto un intervento affinché ci siano sviluppi in tempi brevi», dichiara Valentina Borzì, ex dipendente, secondo la quale «è importante che si avvii un tavolo con le committenti. Anche se l’imprenditore ha dato la sua disponibilità per l’avvio di una nuova realtà imprenditoriale – prosegue Borzì – senza le committenze è difficile proseguire questo iter». Da parte sua, il segretario generale di Slc Cgil Davide Foti chiede alla prefettura di «intervenire presso le autorità giudiziarie competenti per segnalare il comportamento anomalo dei vertici di Qè, i quali – aggiunge – non hanno ancora presentato la documentazione al tribunale fallimentare». Il vice prefetto Fichera avrebbe assicurato la convocazione delle committenti al tavolo delle trattative. 

Il primo cittadino paternese Mangano ha sottolineato l’importanza che riprendano gli incontri con i potenziali committenti, l’imprenditore disposto a rilanciare l’attività e la Regione, che aveva dichiarato la propria disponibilità a sostenere la nuova start up. «Ritengo che ci siano ancora le possibilità per ridare lavoro e speranze a questi giovani – spiega – occorre però una spinta forte sulle committenti. ‎Facciamo quanto possibile – conclude Mangano – per far comprendere il valore sociale di questo impegno». 

Salvatore Caruso

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