Sangu e latti, lo Sperone lancia un messaggio alla città   «Non è solo un dipinto, serve a creare nuove relazioni»

Un luogo bello è un luogo da preservare, da tenere al sicuro. Dove fa piacere vivere. Se è vero quindi che dalla tenuta delle periferie spesso dipende anche la tenuta di una città intera, è da queste che si deve ripartire. In modo concreto. Allo Sperone oggi è stato presentato oggi Sangu e latti, un murale dipinto da Igor Scalisi Palminteri. Ecco che un gesto restituisce colore e accende i riflettori su una realtà spesso dimenticata e può servire a riportare al centro dell’agenda l’attenzione e la cura verso una parte importante di Palermo. Qua fino a febbraio scorso c’era un asilo nido mai partito, mai entrato in funzione per 40 anni. Diventato luogo di degrado, spaccio e prostituzione. Una volta abbattuto, il 19 febbraio scorso, è nata una co-progettazione partecipata con l’ordine degli architetti. Un ulteriore tassello, un ulteriore elemento di bellezza contro il degrado, per riportare al centro l’infanzia. 


Il filo rosso di questa giornata importante per lo Sperone conduce a Antonella Di Bartolo, dirigente scolastico dell’Ics Sperone-Pertini. «Oggi è un giorno di festa che rimette al centro i bambini di questo quartiere -afferma – le famiglie e le mamme oggi presenti in gran numero. Quello che era partito come un progetto di scuola è diventato un progetto di comunità che ha saputo attirare a sé le energie positive della città di Palermo, l’Asp, le associazioni di volontariato di mamme che non appartengono al quartiere, c’è il Comune ma siamo tutti qua con un unico obiettivo: restituire all’infanzia un luogo che le era stato negato».

L’artista che ha dato vita al murale è parte integrante del progetto: «L’idea nasce da un’associazione che si occupa di allattamento al seno che si chiama Allattamento e comunità – spiega Scalisi Palminteri – mi hanno chiesto di fare un dipinto in città che raccontasse l’importanza di questa pratica e ci è sembrato giusto realizzarlo qui, dove sei mesi fa è stato abbattuto un asilo nido che dagli anni Settanta non aveva mai ospitato un bambino, quindi è una scuola costruita e demolita senza essere mai stata veramente una scuola». L’artista è già autore di diversi lavori a Ballarò, che sono serviti anche da ponte ad alcune riqualificazioni di spazi cittadini. Ora dopo due anni, è stata la volta dello Sperone: «Con la preside dell’Ics Sperone-Pertini abbiamo fatto diversi lavori con i bambini. Mi sono accorto però che se cammino per Ballarò e c’è la munnizza posso alzare gli occhi e vedere degli edifici che raccontano la storia di questa città. Qui invece il quartiere è dimenticato, ha bisogno di cure. Cure che si manifestano non solo attraverso la pulizia delle strade, o con il mettere delle piante, ma anche attraverso la relazione tra le persone. Questo non è quindi solo un dipinto ma è tentare di creare nuove relazioni». All’inizio, racconta l’artista, c’è una certa diffidenza tra gli abitanti del condominio dove è realizzata l’opera, «poi iniziano a vedere quello che succede – continua Scalisi Palminteri –  e c’è un’accoglienza totale. Anche in fatti concreti i bambini mi hanno aiutato a dipingere la scritta in basso (Sangu e latti ndr) insieme a degli studenti olandesi che sono arrivati qui per fare un’esperienza nei quartieri della città. Sangu e latti è un detto siciliano antico, di buon auspicio. C’è il sangue, la salute e il latte, il nutrimento. Ho deciso di dipingere questa donna che allatta la bambina perché l’allattamento unisce tutti noi che siamo figli, non solo le mamme».

Proprio una di loro, Claudia Pilato, avvocata, mamma di Carla e Diana e socia dell’associazione L’Arte di crescere racconta con entusiasmo la sua partecipazione al progetto: «Mi piace prendere in prestito le parole di una madre che vive qui allo Sperone: “Finalmente un po’ di colore, un po’ di luce in questo quartiere“. Questo messaggio vogliamo portare qui oggi: un messaggio di promozione e protezione a sostegno dell’allattamento ma anche a sostegno dell’infanzia e dei cittadini che vivono qui. Riaccendere i riflettori su questo argomento, che può essere un mezzo per porre l’attenzione sull’intero quartiere credo che sia un obiettivo raggiunto, anche se ne abbiamo tanti altri. Siamo neofiti del territorio, lavoriamo in città con l’associazione L’arte di crescere da diversi anni ma è stato un incontro di amorosi sensi quello con la professoressa Di Bartolo e con Igor che ci hanno portato in questo quartiere e siamo entusiasti di iniziare questo percorso».

Un messaggio rilanciato anche dal sindaco Leoluca Orlando: «Mi auguro che gli altri quartieri di Palermo seguano l’esempio dallo Sperone: è possibile coniugare la bellezza estetica con i comportamenti. L’allattamento è importante, lo sanno le mamme e lo sanno i bambini: noi oggi con questo murale lo ricordiamo a chi l’ha dimenticato. Oggi lo Sperone manda il messaggio a tutta la città: che si possono fare delle cose belle e buone al tempo stesso».

Stefania Brusca

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