«Al di là dei varchi non è cambiato nulla, specialmente sul piano sanitario». Mentre la Sicilia si appresta a diventare zona arancione a Centuripe si fa il primo punto sull’andamento della zona rossa. Il provvedimento è stato adottato dal governo guidato da Nello Musumeci il 2 novembre tanto per Centuripe quanto per Vittoria, gli ultimi centri in cui l’aumento dei contagi è stato tale da portare all’adozione di lockdown localizzati. «Ci sono le forze dell’ordine che presidiano le vie d’accesso al paese – racconta il sindaco Salvatore La Spina a MeridioNews – e gli abitanti si stanno dimostrando maturi nel rispettare le prescrizioni, però c’è bisogno di fare qualcosa in più per intercettare il virus».
Il riferimento del primo cittadino va al mancato potenziamento del servizio di monitoraggio. «Sinceramente ci aspettavamo l’invio di un’unità sanitaria in pianta stabile in paese, per coordinare e facilitare le attività connesse alla pandemia – prosegue La Spina -. Finora, invece, al di là di un medico che fa la spola tra Centuripe ed Enna non è cambiato nulla. La situazione è simile a quella pre-zona rossa». Concretamente ciò fa sì che i tempi per l’accertamento dei casi Covid, in un territorio in cui i livelli di criticità sono stati giudicati eccezionalmente alti, restino quelli normali. «Sono a conoscenza di casi in cui persone, in precedenza risultate positive, hanno saputo informalmente di essere adesso negative ma prima che il dato venga ufficializzato passa anche una settimana con tutto ciò che questo comporta».
«Io e la mia famiglia siamo risultati positivi il 10 ottobre – racconta a MeridioNews un residente -. Da allora siamo rimasti a casa perché asintomatici, nonostante l’ultimo decreto preveda che dopo 21 giorni, anche se positivi agli ultimi controlli come nel nostro caso, si possa uscire dall’isolamento perché la carica virale è bassa e non si è infettivi». All’origine della permanenza tra le mura di casa c’è la mancata ricezione del provvedimento che autorizza la fine dell’isolamento. A emetterlo dovrebbe essere l’Asp. «Siamo chiusi in casa da 26 giorni, non abbiamo più febbre da tempo e abbiamo ripreso pure il senso del gusto e dell’olfatto – prosegue il residente – Come noi, tante altre persone sono nella medesima situazione. Nessuno risponde alle nostre chiamate. I telefoni di Usca e Asp suonano incessantemente senza alcuna risposta e nessuno ci manda indicazioni o direttive da seguire».
«Per l’uscita dall’isolamento dopo i 21 giorni le direttive ministeriali prevedano che ci sia l’ok di un immunologo – replica a MeridioNews il direttore sanitario dell’Asp Enna Emanuele Cassarà – Ci stiamo organizzando per far sì che i provvedimenti partano con il parere dei medici di base o delle Usca. Al momento in provincia sono 32 medici che compongono le Unità speciali di continuità assistenziale, ma il numero verrà potenziato nei prossimi giorni e contiamo nel giro di una settimana di recuperare i ritardi. Inoltre – conclude Cassarà – per Centuripe abbiamo deciso di assegnare un medico e un infermiere che si occuperanno in maniera esclusiva della zona rossa, dall’effettuazione dei tamponi ai provvedimenti di fine quarantena».
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