FALSO ALLARME IMMIGRAZIONE E I MEDIA DEFORMANO LA REALTA’ SOSTANZIALE DEI FATTI. BACCHETTATA ANCHE AL MINISTERO CON I SUOI 600.000 MIGRANTI PRONTI A PARTIRE. ESEGUITA IERI SERA L’AUTOPSIA SUL MIGRANTE DECEDUTO A SIRACUSA
di Mauro Seminara
L’Associazione nata per seguire il protocollo deontologico siglato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana nel 2008, ha ammonito le testate nazionali sull’inutile allarmismo in tema di immigrazione clandestina. Con un comunicato stampa datato 12 aprile, Carta di Roma rimprovera l’uso improprio di termini quali “allarme”, “invasione”, “ondata” e “tsunami umano” che da giorni vengono sfoderati dal dizionario giornalistico. A detta della onlus presieduta da Giovanni Maria Bellu, autore dell’inchiesta che scoprì lo storico naufragio di migranti di Porto Palo, l’allarme sarebbe del tutto infondato e non supportato dai fatti. Per suffragare la legittimità del cartellino giallo, Carta di Roma si limita, con estrema semplicità, a confrontare i dati del 2013 con gli attuali, facendo così notare che, a fronte dei complessivi 43.000 migranti dello scorso anno, il 2014 ha appena raggiunto quota 18.500. Numero di tutto rispetto ma al tempo stesso assolutamente lontano dall’immagine di “tsunami umano” o di “invasione”.
Nel bacchettare i giornali allarmisti, l’Associazione nata nel 2011 per dar seguito al patto siglato tra CNOGFN e FNSI sulla corretta terminologia da usare nel definire il fenomeno migratorio clandestino, non tralascia, né fa sconti, a chi ha convalidato l’allarme ufficiale: il Ministro degli Interni. “Del resto – si legge nella nota – le più importanti associazioni umanitarie giudicano del tutto prive di fondamento le previsioni del Ministro dell’Interno Angelino Alfano che ha parlato di 600.000 migranti pronti ad attraversare il Mediterraneo“. Come dire “smettetela di dire …” (Completate voi la frase).
Avevamo già scritto, in un precedente articolo, che le previsioni, fatte sulla base del monitoraggio che associazioni e autorità competenti svolgono nei paesi di transito e partenza, si aggiravano intorno ai 50.000 migranti nell’arco dell’intero anno. Se quindi è infondato l’allarme “invasione” non è necessariamente tale l’allarme “immigrazione”. Assunto che per immigrazione non si intende soltanto il numero ma anche il “modo”, l’allarme lo riconosciamo legittimo quando si parla di organizzazione dell’accoglienza. Non sarà certo il Ministro degli Interni a poter negare un minimo di perplessità in merito.
Ieri sera è stata effettuata l’autopsia del ragazzo 29enne sbarcato ad Augusta quattro giorni addietro. Il decesso è avvenuto ieri mattina presso la struttura di accoglienza in cui si trovava, ma i sintomi di un malore apparivano evidenti già all’arrivo. Erano stati gli operatori dell’OIM (Organizzazione Mondiale per le Migrazioni), già al momento dello sbarco, a notare e segnalare manifesta cecità del migrante gambiano. Il ragazzo sarebbe comunque stato trasferito all’Umberto I di Siracusa, una struttura priva di adeguata struttura assistenziale sanitaria per casi ad alto rischio. Tre giorni dopo è morto.
Ad Agrigento vagano per la città i migranti che sbarcano a Porto Empedocle e fuggono al calar del sole dalla tensostruttura. Stessa storia nelle strutture improvvisate nel catanese e nel siracusano. Allarme concreto quindi, ma non sul piano aritmetico. Una discrasia che lascia temere un investimento mediatico da campagna elettorale e niente più. Da anni ormai siamo abituati all’uso politico-strumentale delle “carrette del mare” con le annesse “emergenze da esodo biblico”. L’ultima trovata pare essere quella del buon vecchio Maurizio Gasparri, politico di centro-destra in linea con l’incapacità di ricevere e dare seguito alle sentenze come nei partiti in cui era ed è tutt’ora militante, sarebbe quella di utilizzare le navi della flotta Mare Nostrum per operare respingimenti invece che soccorsi. Dimenticando così la sentenza della Corte Europea che condannò il Ministero degli Interni di Roberto Maroni appunto sulla pratica dei respingimenti forzati in acque internazionali. Gasparri ha infatti scritto sul proprio profilo facebook che “il Mare è ‘nostrum’ ma la nostra Marina italiana è loro”. Per un attimo, leggendo il post, si ha la sensazione di una giusta riflessione. Accade quando si legge che Mare Nostrum rischia di essere “Un’operazione onerosa, impegnativa e che avrà come effetto l’aumento dei flussi.” Poi però arriva la “doccia gasparriana”: “Questo dovrebbero capirlo al governo e fare in modo che le navi siano impiegate per riportare in Africa i clandestini”. Dimenticando, tra le altre cose, la acclarata scorrettezza politica nell’uso del termine “clandestino”.
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