L’assistenza al Cara di Mineo? Un’operazione da 60 milioni di euro all’anno lottizzata da PD, Compagnia delle opere, Pdl e impresa Pizzarotti di Parma

LA PUNTUALE E BELLA INCHIESTA DI SUD PRESS-GIORNALISMO D’INCHIESTA. COME LA SOLIDARIETA’ VIENE TRASFORMATA IN UN AFFARE DOVE A ‘MANGIARE’ NON SONO SOLTANTO I MIGRANTI, MA ANCHE I POLITICI…

Diamo volentieri atto a Sud press-giornalismo d’inchiesta della puntuale ricostruzione fatta sulle vicende che hanno prima determinato la nascita del Cara di Mineo, il centro residenziale presso il quale sono ospitati i profughi dalle sommosse della Primavera araba, e che poi ne hanno determinato la gestione e gli affari connessi.
Cogliamo l’occasione per chiederci come funziona la solidarietà dalle nostre parti, quanto sia spontanea e disinteressata, nonché libera da particolarismi ed interessi materiali.
Partiamo dalla nascita dell’impianto residenziale di Mineo. Che non nasce come tale ma da un’operazione speculativa, ‘pilotata’ dall’impresa Pizzarotti di Parma, andata a male. Questa grande città costruita nelle campagna di Mineo avrebbe dovuto dare rifugio ai militari americani che operano in Sicilia. Un affare sfumato. Un investimento che era rimasto sullo stomaco all’imprea parmense. Che poi si è rifatta delle perdite e vedremo più avanti come.
Nel marzo 2011, quando nel Nord Africa esplode la cosiddetta ‘Primavera araba’, una massa di disperati si rifugia in Sicilia. Il Governo Berlusconi trova l’occasione buona per utilizzare a fini di ospitalità le 400 villette dell’impianto residenziale realizzato nelle campagne di Mineo, affittandolo a sei milioni di euro all’anno per ospitarvi i migranti.
Non solo. Per curare tutta l’operazione viene nominato un commissario nella persona dell’allora presidente dell’amministrazione provinciale di Catania, Giuseppe Castiglione, al’epoca esponente del partito berlusconiano in Sicilia. Castiglione trova nell’ex assessore della Giunta catanese di Enzo Bianco l’esperto in questioni di competenza della solidarietà sociale, il dottore Giovanni Ferrera e lo incarica di mettere a punto le norme per i bandi relativi ai servizi da fornire al nuovo insediamento di migranti.
Il dottor Ferrera, che dev’essere persona molto attiva e disponibile si è fatto carico sia di presiedere una commissione di gara e sia di far parte anche della seconda, accollandosi pure l’onere dell’incarico di direttore generale del consorzio di Comuni “Terra dell’accoglienza” al quale sarà affidato il compito di gestire tutta l’operazione, affari compresi.

Uno di questi affari, oltre all’affitto delle villette della società Pizzarotti di Parma, è la fornitura di pasti caldi agli ospiti del centro accoglienza di Mineo. Infatti, il capitolato di appalto di questa fornitura reca una clausola assolutamente legittima secondo la quale possono partecipare alla gara d’appalto le ditte che operano con un centro di produzione pasti, quale soluzione di riserva nel caso di particolari emergenze, ad una distanza non superiore ai 30 chilometri dalla sede di consumo.
Legittimo perché la disposizione regionale in materia prevede una distanza non superiore ai 50 chilometri o, al massimo, a un’ora di percorrenza per il trasporto dei pasti pronti. Quindi i 30 chilometri garantiscono una maggiore freschezza al consumo dei pasti medesimi. La questione, però, determina la vanificazione della validità della gara d’appalto in quanto che nel raggio di 30 chilometri dalla sede del Cara esisteva un solo impianto di preparazione di pasti caldi nel Comune di Vizzini, il che rendeva il ricorso al bando di gara una mera finzione giuridica. Come si direbbe in questi casi: una copertura formale.
Si tenga presente che il ricorso alla gara d’appalto era stato richiesto dalla Protezione civile, atteso che in un primo momento tutti i servizi erano stati affidati alla Croce Rossa Italiana, ma essendo tale gestione parecchio onerosa, superiore ai 4 milioni di euro al mese, si era optato per la gestione affidata ai privati.

Il 5 agosto gli uffici del Commissario per l’emergenza anticipano via e-mail ad alcune ditte specializzate la data della gara d’appalto con scadenza alle ore 13,00 del 17 agosto successivo. Segue lettera ufficiale che viene spedita da Bronte il giorno successivo, sabato. In questa lettera viene specificata la clausola relativa alla disponibilità di un centro pasti ubicato a meno di trenta chilometri dal caseggiato di Mineo.
La gara viene celebrata regolarmente e l’appalto assegnato al consorzio Sisifo aderente alla Legacoop. Di questo consorzio che si occupa di fornire una pluralità di servizi fanno parte la cooperativa Sol calatino, la Senis hospes, l’impresa Pizzarotti, la Croce Rossa e la cooperativa Cascina global service srl della Compagnia delle opere. In pratica, sono coperte tutte le aree d’interesse politico, dal PD a Comunione e Liberazione, dalla Casa delle Libertà all’impresa titolare degli alloggi.
Tutti gli interessi in campo sono garantiti ed è per questa ragione che l’appalto è stato sistematicamente prorogato sino al successivo 31 dicembre. Tuttavia alla data odierna non si hanno notizie di un nuovo bando di gara, il che lascia facilmente immaginare che a giorni sarà prorogato ancora una volta l’appalto in essere. D’altra parte, un appalto d 60 milioni di euro vale pure qualche sacrificio procedurale. O no?
Precisiamo che oggi al posto del Pdl c’è il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. Mentre gli altri ‘commensali’ della solidarietà non sono cambiati…

P.S.
Pierluigi Di Rosa a conclusione del suo servizio su Sud press si pone una domanda a proposito della lettera spedita da Bronte, alla quale non trova risposta.
Ci permettiamo di dargliela noi. Il Commissario delegato all’emergenza, dottor Giuseppe Castiglione – oggi sottosegretario del Governo Letta-Alfano-Bilderberg – visto che i suoi uffici venerdì 5 agosto 2011 non avevano curato la spedizione delle lettere di comunicazione del bando di gara, essendo egli persona di buona volontà, l’indomani, sabato 6 agosto, trovandosi a casa sua per il week end, in quel di Bronte, ha diligentemente provveduto di buon mattino, all’apertura del locale ufficio postale, a spedire di persona le lettere di convocazione del bando di gara. Tutto qua…

 

Riccardo Gueci

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