Alberto Pierobon rinuncia all’incarico di direttore generale offerto dall’Etra, una società veneta a totale partecipazione pubblica che si occupa di gestione del servizio idrico integrato e gestione dei rifiuti nell’area che va dal Bassanese alla cintura urbana padovana. La notiziam dell’offerta era circolata a fine settembre, quando la società aveva reso noto di aver proposto all’assessore tecnico un incarico a più zeri. Pierobon si è preso del tempo per riflettere e valutare se fosse il caso di defilarsi dalle grane della gestione dell’assessorato forse più complesso della Regione Siciliana. Alla fine ha scelto di restare e lo ha comunicato con una lettera indirizzata ai vertici della società veneta.
La missiva, datata 4 novembre 2019, declina l’invito, seppur con «rammarico», per ragioni personali e familiari. «Mi onoro della vostra prestigiosa proposta di incarico di direttore generale – scrive Pierobon – tuttavia sono sopraggiunti motivi personali e familiari che non mi consentirebbero di svolgere pienamente, come sono solito fare, l’incarico. Serietà e responsabilità mi inducono quindi a rinunciare ringraziando dell’opportunità e della considerazione, ricambio con stima».
Pierobon intanto in Sicilia sta seguendo il complesso iter parlamentare della riforma dei rifiuti che porta il suo nome. Un disegno di legge che riparte dai principi di autonomia e autosufficienza dei territori: nel progetto del tecnico veneto, infatti, è previsto che il ciclo dei rifiuti cominci e si esaurisca nella singola provincia di produzione, con impianti autonomi sia di riciclo, che di smaltimento e valorizzazione nelle tre aree metropolitane e nei sei Liberi Consorzi dell’Isola. Ma il tragitto in Aula somiglia più a una traversata di Caronte, che a una navigazione da crociera.
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