«È vero che il problema è la dispersione di rifiuti plastici nell’ambiente. Ma i più grandi dispersori sono proprio loro: le aziende della filiera della plastica non durevole e di quella che degrada in microplastiche. Se il mondo è sommerso dalla plastica inutile e dannosa è perché il sistema produttivo ha incorporato il principio letale del monouso». Non si è fatta attendere la replica della rete siciliana LassalaPeddiri, che da qualche mese si batte per l’abolizione della plastica inutile e dannosa nell’Isola, dopo la recente decisione del Tar che ha bocciato le ordinanze plastic free dei Comuni di Trapani e Santa Flavia. Una risposta che giunge dopo l’osservazione posta da Angelo Bonsignori, direttore generale della Federazione Gomma Plastica, che per spiegare le ragioni del ricorso (poi vinto) aveva affermato che «alla base della dispersione dei rifiuti nell’ambiente ci sono i cattivi comportamenti e sono quelli che vanno demonizzati».
Quel che è certo è che la scelta del tribunale amministrativo regionale può creare un precedente: sono tanti infatti i primi cittadini che hanno da poco adottato un modello simile di ordinanza, e che adesso temono simili ricorsi da parte di altri privati e simili esiti; così come sono altrettanti coloro che al momento preferiscono attendere invece di emanare nuove ordinanze plastic free. Nel palermitano, poi, l’esito negativo per Santa Flavia potrebbe estendersi anche a Comuni di simili dimensioni come Carini (che nei piani dovrebbe vietare la plastica a partire dal 15 ottobre), mentre Palermo ha già annunciato che non farà un passo indietro e sembra che rimarrà coerente in questo senso anche l’isola di Ustica. «Continuiamo a restare a fianco dei sindaci – dice una referente di Lassala Peddiri – E stiamo studiando nuove strategie per superare questa fase». Considerando anche che le ordinanze comunali in questione hanno cercato esclusivamente di rifarsi alla direttiva UE che mette al bando la plastica monouso dal 2021.
Un riferimento che però a quanto pare non è bastato. «A noi hanno contestato l’ordinanza che avevamo adottato a febbraio – dice il sindaco di Santa Flavia, Salvatore Sanfilippo – perché, secondo i giudici, non c’erano i requisiti dell’eccezionalità e dell’imprevedibilità, tali da poter giustificare un divieto esteso su tutto il territorio. E sia perché non avevamo previsto un limite temporale di efficacia, così che le aziende che lavorano soprattutto nella nostra parte balneare si sono sentite danneggiate. Ora non sappiamo ancora come reagire».
La campagna di LassalaPeddiri, però, non demorde. E va avanti citando un noto aforisma di Gandhi: prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci. «Col sorriso, ma anche con l’energia, l’impegno e la dedizione di moltissimi cuori palpitanti di ragazze, ragazzi, professionisti, operai, amministratori, siciliani, ci siamo messi in testa di liberare l’isola dalla plastica inutile e dannosa – dicono gli attivisti – Perciò, accanto alla sensibilizzazione e alla promozione di azioni di cura dei luoghi, l’obiettivo fondamentale di LassalaPeddiri è l’introduzione di norme specifiche che, anche a partire dai comuni e attraverso la sinergia con le loro amministrazioni, eliminino la plastica inutile e dannosa dal territorio isolano. Gli eventi climatici catastrofici cui assistiamo giorno dopo giorno, la plastica che mangiamo nel pescato che compriamo, le moltissime malattie legate alla contaminazione e all’inquinamento ci dicono che l’unica scelta è fra la vita, la gioia e la bellezza del nostro pianeta e la morte, il veleno, il grigio del profitto a tutti costi. Tra la plastica e l’azzurro del mare. Noi abbiamo scelto il mare».
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