Lassala peddiri, dall’Università alla consulta di Carini «Coinvolgere cittadini ma anche scuole e istituzioni»

Si amplia sempre più la campagna #LassalaPeddiri, che mira all’abolizione della plastica inutile e dannosa. Dopo la prima assemblea regionale a Milazzo lo scorso 27 aprile e le prime attività di sensibilizzazione in vari Comuni della Sicilia, ieri si è tenuta sul tema anche una conferenza all’Università di Palermo organizzata proprio dalla rete #Lassalapeddiri e dalle associazioni Fajdda Unione Giovanile Indipendentista, Azzizart e Tu sei la Città. Oggi ha deciso di aderire  anche la consulta giovanile di Carini, con un’assemblea pubblica che si terrà il 12 maggio al Castello di Carini.

Docenti e studenti hanno fatto il punto della situazione e gettato le basi per le successive iniziative da portare avanti per una concreta diminuzione della produzione e del consumo della plastica: «È importante l’abolizione della plastica dalle nostre vite perché sta distruggendo il nostro territorio e il mare – dice Gianmarco Codraro, di Fajdda e tra i fautori di LassalaPeddiri Palermo – Banalmente possiamo dire che se andiamo a guardare i fondali marini sono pieni di plastica, ma sappiamo anche che ci sono negli oceani isole di plastica che sono grandi anche due o tre volte la Francia. Questa campagna si schiera quindi per la difesa del territorio». Con l’aiuto dei docenti i ragazzi stanno raccogliendo dati su questo aspetto dell’inquinamento ambientale a livello regionale, come è anche la Rete di #Lassalapeddiri. «Nel concreto  – aggiunge Codraro – ci siamo resi conto di quanta plastica ci sia nelle spiagge, a partire dall’iniziativa che abbiamo portato avanti il 13 aprile al Foro Italico: rispetto ai rifiuti raccolti la stragrande maggioranza era di plastica. Stessa cosa è successa anche a Romagnolo, tratto di costa che abbiamo contribuito a ripulire durante gli ultimi fine settimana». 

Il cittadino, dicono gli organizzatori, può e deve a casa gestire al meglio la raccolta differenziata ma «deve avere anche gli strumenti per farlo – sottolinea l’esponente di Fajdda – ci vuole anche che chi governa il territorio li metta a disposizione di tutti. L’Ue impone il 65 per cento di differenziata in Sicilia, e per noi la percentuale dovrebbe essere anche più alta, ma sappiamo che la media è molto più bassa. Ci sono Comuni più o meno virtuosi ma purtroppo è un dato di fatto. Quello che vogliamo fare non è un appello al singolo ma agire anche attraverso le istituzioni perché si facciano azioni concrete per diminuire a monte il consumo di plastica. Cominciando dagli uffici comunali e regionali, dall’Università e dalle scuole. Qualcosa è stato fatto ma crediamo che molto si debba ancora fare».

Un appello girato subito all’assessore comunale all’Ambiente Giusto Catania, presente alla conferenza, che a Meridionews afferma: «Rinunciare alla plastica è un obbligo, politico, per scelta. Sempre di più andiamo verso una esagerata produzione e quindi un consumo maggiore di plastica nelle nostre città. È un obbligo morale verso le nuove generazioni alle quali rischiamo di consegnare un pianeta distrutto ed è un obbligo dal punto di vista della salute pubblica e della tutela dell’ambiente. Il Comune quindi sta elaborando un piano d’azione per la progressiva eliminazione della plastica, come impone la direttiva europea,  su più livelli: un livello di confronto con la città, un altro interno alla macchina comunale e un livello trasversale agli ambiti dell’amministrazione comunale, penso alle partecipate. Salutiamo quindi in modo positivo iniziative come questa che ci fanno capire quanto le nuove generazioni siano all’avanguardia su questo tema».  Anche se la differenziata a Palermo è ferma al 20 per cento, Catania aggiunge che il Comune è al lavoro per aumentare questa quota entro la fine dell’anno: «ma c’è un problema legato alla produzione di rifiuti in questa città. Lo sforzo lo dobbiamo fare tutti: ogni palermitano produce 1,6 chili di spazzatura al giorno, credo che questo sia inaccettabile».

Preoccupata dai dati riportati da diversi studi di organizzazioni mondiali ambientaliste come Unep, The Ocean Conservancy, Science Advances, Unesco (solo per citarne alcune), anche la consulta giovanile di Carini, nata a gennaio di quest’anno, che organizza quindi il suo primo evento per sensibilizzare la comunità carinese a ridurre l’impiego massivo della plastica. Secondo gli esperti, infatti, se non si interviene tempestivamente entro il 2050 il peso di tutta la plastica inquinante potrebbe superare il peso di tutte le specie marine esistenti.

«Sarà un’assemblea aperta a tutti i cittadini – dice Pietro Mannino, presidente della commissione Cultura, Spettacolo e Turismo della consulta giovanile carinese – L’abbiamo organizzata in tutta fretta proprio perché abbiamo visto le tante iniziative sparse per l’isola. Per coinvolgere la popolazione  siamo partiti dai commercianti, perché sono loro ad essere maggiormente interessati. Devo ammettere che abbiamo ricevuto reazioni contrastanti: c’è chi ha guardato a noi con sufficienza, chi ci diceva “i bicchieri compostabili me li compri tu”, chi invece ci ascoltava interessato. Certamente quella dell’abolizione della plastica non è solo una questione economica. Da parte dei cittadini abbiamo invece riscontrato una maggiore disponibilità, e in tanti ci hanno fatto i complimenti. Dopo il 12 maggio, poi, pensiamo a coinvolgere anche le scuole con interventi mirati».

L’incontro presso il Castello di Carini, sarà moderato dal giovane Mannino e vedrà gli interventi, tra gli altri, dello stesso Codraro, di Maria Occhione, presidente della consulta giovanile Belmonte Mezzagno; di Alessandro Magistro, presidente dell’assemblea delle consulte giovanili siciliane; di Antonio Costanza, presidente Anffas Palermo; del professore di Sociologia dell’ambiente Aurelio Angelini e di Claudio Mirabella, studente di agraria all’università di Palermo. Nel finale, spazio ai saluti da parte del sindaco di Carini Giovì Monteleone e del presidente della consulta giovanile di Carini Andrea Sgroi.

Stefania Brusca

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