Davide Bramante nasce a Siracusa nel 1970, dove nel ’99 è tornato a vivere. Gli anni focali per la sua formazione artistica e personale sono stati trascorsi tra Torino, Roma, Bologna, Milano e New York dove l’organizzazione Franklin Furnace e il Moma hanno accolto la sua personale The Future of Present. Le sue opere sono state parte delle più imponenti mostre personali e collettive dell’ultimo ventennio, realizzate negli spazi d’arte contemporanea e moderna di Bologna, Roma, Il Cairo, Milano, Firenze, Torino, Lisbona.
A Palermo ha esposto ai Cantieri Culturali alla Zisa con Into the Fiction (2001) e al Museo Riso per P.P.S. (2001), a Catania presso la Galleria Artecontemporanea con Dissolvenze – Evidenze (2000) e Così Vicino, Così Lontano (2005).
Torna in Sicilia il 4 Aprile, giorno in cui negli spazi della Galleria d’Arte Moderna di Palermo prenderà il via il progetto NOVE, un singolare ringraziamento da parte di Davide ai collezionisti che nell’arco degli ultimi vent’anni hanno comprato le sue opere e sostenuto la sua arte. Il titolo, NOVE, è da intendersi come una dedica alle nove province siciliane. «Le opere hanno le ruote» racconta l’artista «vengono comprate e poi scambiate, vendute, messe all’asta. NOVE è il frutto di una intensa indagine che ho voluto fare per capire quali e quante delle mie opere sono tornate in Sicilia e quali e quante vi sono rimaste». Davide Bramante si sente affettivamente legato alle sue opere, «Il gallerista che vende le tue produzioni non è tenuto a dirti chi sia stato l’acquirente ma a me fa piacere sapere dove sono andate a finire. Con il passare del tempo mi piace guardarle e scoprire quanto sono cambiato, che evoluzioni ho avuto o se ho fatto progressi significativi».
Davide Bramante si definisce un ultrà dell’arte, quando può la cura organizzando mostre, la sostiene comprando opere – che ritiene la sua ricchezza emotiva – e crede nel valore della contaminazione e nello scambio di energie tra artisti di generazioni diverse «Un’opera è una finestra sul mondo che ti permette di andare oltre la terza dimensione» spiega «inoltre, ogni volta che partecipo ad una mostra pubblica, dedico nuovi scatti al territorio che mi ospita, mi sembra quantomeno dovuto». Per questo, alla GAM in occasione di NOVE, presenterà anche alcune fotografie dedicate alla città di Palermo.
NOVE è anche il titolo della mostra che inaugura il giorno dopo, il 5 Aprile. «Questa volta NOVE sta per i nove artisti che coinvolgerò nell’evento»spiega il fotografo «Occuperò personalmente una porzione di Palazzo Belmonte Riso, ancora non so se due o tre sale, e nel felice rischio di occuparlo interamente, nelle altre sale creerò un dialogo con le opere di altri nove artisti». Tra i nove artisti chiamati a dialogare con le opere di Davide Bramante saranno presenti il pittore piemontese Giulio Zanet, il pittore palermitano Stefano Cumia e l’anarchico, outsider, fotografo Turi Rapisarda. Essi dovranno trarre ispirazione da una delle opere di Bramante per istallarne nelle immediatezze una o due delle loro.
Un evento di eccellenza per il Museo Riso, che resta al momento una realtà nell’occhio del ciclone delle polemiche di artisti, curatori, galleristi e addetti ai lavori. «Ci sono rimasto molto male per le vicende di Riso» racconta Bramante «Quando vado in giro per l’Italia mi rendo conto che la gente dell’ambiente conosce e riconosce il Museo Riso come simbolo del contemporaneo in Sicilia» Davide si dice però fiducioso per le nuove cariche istituzionali siciliane, in primo luogo per l’assessorato alla Cultura di Andrea Cusumano, che l’artista definisce l’uomo giusto al posto giusto «Andrea non fa politica, fa cultura».
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