Un emendamento a sorpresa, che non è passato né al vaglio della conferenza dei capigruppo né delle commissioni di competenza, si insinua nel disegno di legge che riguarda il registro telematico dei Comuni e i prodotti a denominazione comunale (Deco). Approvato, stoppa di fatto nomine, designazioni e incarichi da parte del governo regionale fino alle prossime elezioni. L’emendamento, che porta in testa la firma del capogruppo – anche se sfiduciato – di Forza Italia Tommaso Calderone e di altri membri dell’opposizione, piomba in Assemblea regionale quasi a sorpresa e genera attimi di tensione. Restano al palo, dunque, le nomine dei nuovi dirigenti delle Asp siciliane che saranno appannaggio del prossimo governo regionale.
Dopo la presentazione, immediata la levata di scudi da parte di Diventerà bellissima, partito del presidente della Regione, supportato dagli interventi dei deputati di Attiva Sicilia. «Non mi sembra materia attinente al disegno di legge che stiamo votando – dice Alessandro Aricò – Vorrei capire se gli uffici e il segretario generale ritengono attinente un emendamento di questo tipo che non è passato dalle commissioni di competenza e chiedo formalmente se la conferenza dei capigruppo la dobbiamo continuare a fare o meno». Parole a cui fanno eco quelle dei colleghi del gruppo di Musumeci a eccezione di Giusy Savarino, che dice: «Nel merito, condivido in pieno l’emendamento e credo che anche il governo lo condivida. Ma proprio perché è da condividere, è opportuno che faccia un percorso che sia di dignitoso rispetto delle attività parlamentari e non in un disegno di legge che riguarda i prodotti di denominazione comunale».
Dopo una breve sospensione dei lavori, però, la posizione di Diventerà bellissima cambia, tanto che è lo stesso Aricò a dichiarare che voteranno l’emendamento oggetto di contesa: «Non posso che apprezzare questo emendamento – dice – perché chi lo ha proposto ha voluto cristallizzare le nomine fatte dal governo Musumeci ed è una sottoscrizione di apprezzamento. Il nostro gruppo è favorevole – continua – ma ci dispiace che una legge così importante sia arrivata con un emendamento volante senza discussioni preliminari, perché anche noi avremmo voluto partecipare alla stesura di questo testo».
La votazione, pur non senza qualche intoppo, avviene regolarmente e l’emendamento passa. È allora che il vicepresidente dell’Assemblea, l’autonomista Roberto Di Mauro, denuncia il comportamento, a suo dire poco edificante, dell’assessore Toto Cordaro, presente in Aula e critico nei confronti della proposta votata. «Si è rivolto a questa presidenza in via riservata con fare minaccioso – dice Di Mauro – come se avessimo proposto qualcosa non solo di incostituzionale, ma che chissà quale danno avrebbe provocato al governo. Io ovviamente sorrido – aggiunge – perché conosco bene l’onorevole Cordaro e so che si tratta solo di una cosa fatta per lasciare traccia di un comportamento che non è consono. Ma poi si rivolge alla segreteria generale dicendo al segretario generale: “Poi ne terremo conto nei tuoi confronti”. Ora – conclude – onorevole Cordaro, siamo in un parlamento e non è consentito rivolgersi a questa presidenza in questi termini».
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