L’Ars approva lo ‘scippo’ di 20 milioni di euro alla Crias

PER PAGARE FORESTALI E PRECARI DELL’ESA (CIOE’ SPASA CORRENTE) GOVERNO E ASSEMBLEA HANNO SBARACCATO UN FONDO DI ROTAZIONE PREZIOSO PER ARTIGIANI E AGRICOLTORI (CIOE’ SPESA PER INVESTIMENTI PRODUTTIVI). L’ALLARME DEI GRILLINI PER 52 COMUNI DEL PALERMITANO CHE RISCHIANO DI RESTARE SENZ’ACQUA

Ieri l’Assemblea regionale siciliana ha approvato il disegno di legge che prevede lo sbaraccamento del fondo di rotazione della Crias (Cassa regionale per il credito agli artigiani) per garantire la copertura finanziaria ai forestali. In pratica, si tolgono risorse al mondo delle imprese (artigiani e agricoltori) per gettarli nella spesa corrente. Un altro colpo pesante contro il già fragile apparato produttivo della Sicilia.

La scorsa settimana il disegno di legge era rimasto bloccato. Si racconta che l’Ufficio del Commissario dello Stato aveva fatto sapere agli uffici dell’Ars che la legge, una volta approvata, sarebbe stata impugnata. Ma siccome i soldi servono, il Governo regionale si sarà rivolto a Roma. “Ci sono migliaia di operai della Forestale da pagare. Che dobbiamo fare?”. E siccome l’Ufficio del Commissario dello Stato dipende dal Governo nazionale…

Insomma, ieri la legge è stata approvata. Artigiani e agricoltori siciliani perdono un fondo di rotazione di 20 milioni di euro che, in quanto tale, si auto-alimenta. Governo e Ars hanno promesso che, quando verrà approvato il Bilancio regionale 2015 il fondo di rotazione Crias verrà rimpinguato.

Governo e Ars – quando hanno fatto contrarre alla Regione un mutuo di quasi un miliardo di euro per pagare le imprese, hanno promesso che, nel 2015, avrebbero ridotto Irap e Irpef, oggi ai massimi livelli.

Noi siamo qui, non scappiamo: quando il Parlamento siciliano esaminerà e approverà la manovra 2015 verificheremo – e lo racconteremo ai nostri lettori – se Irap e Irpef verranno abbassati e se il fondo di rotazione Crias verrà ripristinato. Se ciò avverrà ne prenderemo atto. Sennò sputtaneremo a dovere Governo e Ars.

Intanto piovono i commenti sulla legge approvata ieri sera. Scrive Riccardo Savona, parlamentare di Sala d’Ercole di Forza Italia: “La Commissione Bilancio e Finanze dell’Assemblea regionale siciliana, dopo una doverosa pausa di riflessione da me richiesta a gran voce, ha trovato la copertura finanziaria per garantire progetti legati al mondo della forestazione per oltre 22 milioni di euro. Sono state altresì trovate risorse finanziarie per garantire ai trattoristi dell’Esa la copertura fino alla fine dell’anno”.

“Abbiamo ridato serenità a migliaia di famiglie siciliane che attendevano con il fiato in gola l’esito dei lavori parlamentari”, concluse Savona. Dimenticando di aggiungere di aver tolto ‘serenità’ a migliaia di imprenditori del mondo dell’artigianato e dell’agricoltura siciliana che adesso si ritrova senza un prezioso fondo di rotazione.

Di diverso tenore il commento dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, che ieri sera si sono astenuti dal voto: “I forestali – dicono i grillini – vanno pagati, ma i soldi non possono essere sottratti agli agricoltori”.

Il Movimento 5 Stelle ha spiegato in Aula i motivi della sua astensione su quella che la parlamentare Claudia la Rocca ha definito “una guerra tra i poveri”.

“Il governo – ha detto la deputata – assicura che il fondo verrà rimpinguato fra un mese. Ma perché dovremmo fidarci di un esecutivo che finora non ha mantenuto nulla di quello che ha promesso? Chiamiamo questa operazione col suo nome: è una nuova variazione di bilancio che mira a turare le falle lasciate aperte dalla finanziaria-ter e che non sono poche”.

La deputata nel corso del suo intervento ha lanciato un appello al governo ad intervenire sul fronte del servizio idrico, a rischio paralisi nel Palermitano.

“Da novembre – ha detto – 52 Comuni rischiano di restare a secco. Il governo faccia qualcosa, anche con un intervento a Roma”.

Nota a margine

Riflessione per l’Ufficio del Commissario dello Stato.

Egregio Prefetto Carmelo Aronica,

come Lei sa meglio di noi, la politica sta lavorando per fare fare al suo Ufficio una fine simile a quella che dovrebbe fare il fondo di rotazione Crias. In queste ore attendiamo il pronunciamento della Corte Costituzionale che potrebbe porre la parola fine all’Ufficio del Commissario dello Stato per la Regione siciliana.

A questo punto, perché non chiudere facendo ‘cantare’ il cigno: impugni questa legge assurda e truffaldina che penalizza quel poco di mondo produttivo che rimane in piedi in Sicilia. E poi, come si dice dalle mie agrigentine parti, comu finisci si cunta!
g.a. 

 

Redazione

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