I Radiohead non sono mai stati artisti convenzionali. Agli esordi nei primi anni ’90 furono particolari rocker agrodolci con il chiodo addosso, ma con in mano una melodia sempre molto pop. Nel 1997 azzeccarono l’intuizione di un capolavoro come Ok Computer nel quale Thom Yorke e gli altri cominciarono ad astrarsi creando un sound androgino, digitale con abbracci tra chitarre ed elettronica.
Poi venne il parto più spiazzante degli ultimi dieci anni di rock europeo: quel binomio siamese Kid A (2000) e Amnesiac (2001) in cui i quattro di Oxford superarono loro stessi e la loro limitata immagine di rock band. I due dischi, promossi solo da brevi ‘blips’ multimediali nel loro sito web, infatti, sono ciò che non si aspettava, ma che probabilmente si sospettava in quell’inizio di secolo: le macchine che prendono il sopravvento, una mistura di laptop, sintetizzatori, drum machine, chitarre, qualche arco, microfoni filtrati ed effetti vari che portarono gli inglesi a picconare il muro del loro limite e di ‘annullarsi’, ‘scomparire’ in un misterioso mondo di avatar inafferrabili (ascoltare per credere il cantato di Yorke robotico ed inafferrabile). Anche il successivo Hail to the thief è un disco che è espressione pura del caos moderno aggressivo, però, dell’invettiva politica contro il “bushismo”.
Oggi – e finalmente giungiamo alla notizia che più ci interessa – i Radiohead sono tornati a farsi vivi con l’ennesimo passo della loro visionaria concezione del disco come opera d’arte. Dopo un’insistente fuga di notizie che volevano un sigillo discografico per il marzo del 2008, è di questi giorni l’annuncio, a sorpresa, su loro sito ufficiale, radiohead.com, che In Rainbows, così il titolo del full length, sarà disponibile solo ed esclusivamente su internet. I Radiohead, spogli di un’etichetta discografica, infatti, creeranno un vero e proprio eccezionale “precedente” nella distribuzione della musica. Il disco, così, sarà reperibile, a partire dal 10 ottobre, solo presso il sito web inrainbows.com e tramite un download a “offerta libera”, dove, insomma, ognuno pagherà la sua copia al prezzo che riterrà opportuno. Ma non è finita perché, accanto al singolo disco, all’interno del medesimo sito internet, sarà messo a disposizione, stavolta al prezzo fisso di 40 sterline (circa 57 euro), un disk-box contenente l’album su cd e vinile, un secondo disco con tracce extra, un prezioso booklet con i testi e del materiale fotografico e multimediale inedito.
Un’operazione di marketing o un eccezionale gusto per la comunicazione digitale? Una mera trovata commerciale o il disegno perfetto di una band sempre all’avanguardia di gusti ed intuizioni? E-merchandising o e-art? Probabilmente entrambe le visioni stanno alla base dei Radiohead: più di una band, più di semplice rock. Un vero e proprio concetto.
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