Certe volte è meglio stare in prigione piuttosto che a casa. La deve pensare così un trentacinquenne di Canicattì, grosso dentro della provincia di Agrigento. Il protagonista di questa storia ha 35 anni. Giovane, ma non molto fortunato. Soprattutto in famiglia.
Due anni fa, dopo essere finito in manette, aveva preferito restare in carcere. E dire che aveva la possibilità di scontare la pena agli arresti domiciliari. Ma non ne aveva voluto sapere: in carcere era e in carcere è voluto restare. Perché? Per i costanti litigi con la moglie. E fin qui, nulla da dire. Davanti a una moglie troppo petulante, la scelta della galera non è da buttare. Tutto sommato, per non sentir straparlare certe mogli, il carcere può anche essere una soluzione.
Nei giorni scorsi, così si racconta, il giovane è finito di nuovo in manette. Reato contestato: spaccio di droga. Anche in questo caso, la Giustizia, magnanima, gli ha offerto la possibilità di restarsene a casa agli arresti domiciliari. Il giovane, questa volta, ha accettato l’offerta. Non l’avesse mai fatto!
Stando sempre a quanto si racconta, l’uomo non sarebbe stato solo oggetto delle parole – supponiamo non proprio dolci – della moglie, ma anche di botte. Sì, avete letto bene: botte. Il giovane è stato pestato a ‘dovere’ dalla moglie che, per l’occasione, si è fatta ‘aiutare’ dalla mamma. Moglie e suocera contro un uomo solo: da non crederci (o quasi).
Una bella ‘botta’, per il giovane. Anzi, botte da orbi. Così è finito all’ospedale di Canicattì. Non era meglio se, anche questa volta, restava in galera? Forse sì…
foto tratta da newsfood.com
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