L’anno sabbatico obbligato delle guide turistiche «Bene regole, ma un hotel non diventi un ospedale»

«Per riuscire a sopportarlo meglio, lo abbiamo chiamato anno sabbatico», lo dice con una ironia un po’ amara Giusy Belfiore, la presidente delle guide turistiche etnee. Di fatto, considerate le prospettive, di quello si tratta. Anche se, in questo caso, a sceglierlo non sono certo stati gli operatori del settore turistico. Quello di cui, almeno in parte, adesso dovrebbe occuparsi il protocollo Bertolaso che sarà presentato questa mattina a Palazzo d’Orléans. A illustrare le linee guida per la sicurezza sanitaria che la Regione siciliana applicherà nell’Isola durante la stagione estiva ci saranno il presidente Nello Musumeci e il coordinatore del progetto Guido Bertolaso

Superate le polemiche sulla sua mancata quarantena, è stato proprio l’ex capo della protezione civile a spiegare di essere stato «invitato dal presidente della Regione per dare una mano a studiare il modo migliore per consentire ai turisti di venire tranquilli e sicuri e ai siciliani di evitare di essere contaminati». Un pacchetto di iniziative per riaprire l’isola ai turisti. Sempre che ce ne siano.

«Ci sono ancora dei forti deterrenti al turismo – spiega a MeridioNews la coordinatrice di Federalberghi Sicilia Giovani Grazia Romano – C’è un effetto paura che è oggettivamente presente nella popolazione. Poi c’è la questione economica: molte persone devono fare i conti con pochi soldi e la voglia di conservarli. E c’è il terzo fattore da non sottovalutare che riguarda le ferie: tanta gente ha dovuto smaltire quelle accumulate per avere accesso alla cassa integrazione». In questa situazione, insomma, il turista sembra essere un privilegiato.

«Valanghe di cancellazioni delle prenotazioni anche fino a ottobre, a fronte di pochissime prenotazioni», a conti fatti Romano parla di una riduzione del 90 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. «E da aprile ad agosto – aggiunge – sono i mesi in cui facciamo il 70 per cento del fatturato». Quello turistico è uno dei primi settori che ha avvertito l’emergenza economica e, a quanto pare, sarà uno degli ultimi a uscire dalla crisi. «È vero che nelle persone adesso è tornata la voglia di uscire e di respirare ma – fa notare la presidente delle guide turistiche – la scelta della vacanza punta soprattutto su piccole isole felici, molti cercano delle villette con piscina dove potersi isolare». 

Un anno che nei primi due mesi prometteva bene. «A febbraio avevamo avuto un boom di turisti e registrato per i mesi successivi il tutto esaurito specie di turisti anglofoni, francesi e tedeschi – dice Belfiore – Ora invece continuano le cancellazioni cicliche delle prenotazioni». Non si può parlare di segnali di ripresa ma «proprio ieri ho avuto la prima prenotazione di un piccolo gruppo di italiani, per il 4 novembre». La stagione estiva, che non è ancora cominciata, sembra già essere alle porte. «Vediamo la riapertura ancora molto lontana – ammette Romano – e contiamo di vedere una ripresa concreta l’anno prossimo». 

Intanto da oggi, la Sicilia riapre. E per il turista che viene da fuori c’è la possibilità di accedere (non l’obbligo) all’app Siciliasicura. Un servizio che ha sia l’obiettivo di fornire assistenza che di prevenire l’insorgenza di nuovi focolai nel territorio siciliano. «Ciò di cui le persone hanno bisogno per scegliere la Sicilia come luogo in cui trascorre una vacanza – dice Belfiore – sono soprattutto delle disposizioni chiare sulla gestione degli spazi che evitino davvero il rischio di assembramenti». Sicurezza, regole precise e «soprattutto applicabili perché – conclude Romano – un albergo non può diventare un ospedale».

Marta Silvestre

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