Il ritmo dei lavori nei cantieri dell’anello ferroviario di Palermo, l’opera che forse più di tutte ha destato lo scandalo e le legittime rimostranze di residenti e commercianti, al pari solo della Ztl, è triplicato negli ultimi due mesi. O almeno questo è quanto Rfi ha riferito al Comune, come ha rivelato oggi il vicesindaco Emilio Arcuri a margine di una conferenza stampa.
Da settembre a novembre la produzione sarebbe passata da 300mila a oltre un milione di euro anche se «dobbiamo ancora verificarlo», precisa Arcuri. L’incremento sarebbe avvenuto in modo uniforme in tutti i cantieri «e la mia sensazione è che sia effettivamente così, anche i residenti me lo hanno testimoniato». Il vicesindaco, che ha la delega ai Lavori Pubblici, difende il ruolo del Comune in questa eterna querelle con Rfi e soprattutto la Tecnis: «Leggo di flash mob al Politeama e di responsabilità dell’amministrazione ma siamo stati noi i primi a chiedere di liberare piazza Castelnuovo e continueremo a insistere finché non sarà smontato l’intero cantiere».
Stando così le cose e se il cronoprogramma siglato in Prefettura a settembre venisse effettivamente rispettato, a gennaio il Comune dovrà rassegnarsi a consegnare anche la famosa Area 5 di via Emerico Amari da via Principe di Scordia a via Roma: «A quel punto non potremmo tirarci indietro», ammette Arcuri.
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