È appena tornato dal prestigioso premio Tenco e già pensa al prossimo album, che «sarà interamente in siciliano e spero possa uscire nel 2017». Ha appena terminato un minitour dal titolo Lampemusa – tra Milano, Sanremo, Genova e Firenze – e già indica le prossime tappe, a partire da quelle siciliane di novembre, il 10 a Palermo e l’11 a Catania, per poi proseguire con altre date a Roma e nei Paesi Baschi. Giacomo Sferlazzo, cantautore e anima di Lampedusa con il collettivo Askavusa, dà l’impressione di essere come il mare, come quel Mediterraneo che circonda l’isola delle Pelagie: calmo e tumultuoso allo stesso tempo, con un eclettismo radicale che gli chiude qualche porta ma che gliene apre molte altre.
Lo si nota dai posti dove si è recentemente esibito: il 19 ottobre lo storico centro sociale Cox18 ha ospitato l’artista lampedusano, dando spazio non solo alla perfomance ma anche ad un’assemblea e alla proiezione del dossier Lampedusa 3 ottobre 2013 – Il naufragio della verità, che da tempo il collettivo Askavusa ha realizzato «a partire dalle testimonianze dei soccorritori e di alcuni sopravvissuti», per rovesciare il racconto pubblico degli eventi del tragico naufragio che costò la vita a 368 persone. Una narrazione che per Askavusa è stata «mistificata e strumentalizzata, allo scopo di implementare politiche securitarie e militari travestite da interventi umanitari».
Il tour di Sferlazzo il giorno dopo è approdato a Sanremo, al premio Tenco che quest’anno si è svolto all’ex chiesa di Santa Brigida, nel quartiere popolare La Pigna. Ambiente quasi all’opposto, insomma, anche se Giacomo ha trovato il tempo di «bere qualche bicchiere di vino con altri cantautori». Fino al 5 novembre presso la sede del club Tenco sarà inoltre possibile ammirare la mostraRumori di fondo, un’opera dello stesso Sferlazzo – che è costituita da alcuni degli oggetti appartenuti ai migranti e ritrovati dal collettivo Askavusa nelle discariche di Lampedusa – con la proiezione del video eMMMMe – Porto M. Lampedusa di Lorenzo Sibiriu.
Poi Genova, con un’esibizione ai Giardini Luzzati che ha visto la partecipazione dei rifugiati del centro di accoglienza, i quali «hanno abbozzato un rap e ai quali – racconta Sferlazzo – ho regalato un mio quadro». Infine la tappa a Firenze, con il tour Lampemusa che prende una pausa e riparte a breve proprio dalla Sicilia. Per uno spettacolo che parte dai racconti che il cantautore ha raccolto dagli anziani dell’isola: dalla colonizzazione dell’isola avvenuta il 22 settembre del 1843 alla crescente militarizzazione dell’isola, dalle storie di pesca alle migrazioni che hanno interessato e interessano l’isola e il Mediterraneo, per arrivare alla fuga dell’anarchico Enrico Malatesta e alla tradizione epica dell’isola – Ludovico Ariosto ambientò sull’isola lo scontro dei tre cavalieri cristiani contro i tre saraceni.
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