«Criminale, socio della mafia, portali a casa tua, comunista di merda». Sono alcuni degli insulti che ha ricevuto il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, attraverso lettere anonime o messaggi privati su Facebook, dopo aver preso posizione a favore dell’apertura del porto durante la vicenda della nave Mare Jonio, rimasta inizialmente bloccata a largo del Mediterraneo dopo aver salvato 49 migranti.
Il primo cittadino racconta all’agenzia AdnKronos il contenuto dei messaggi, pieni di insulti ma anche di minacce. «Ne ricevo a decine – spiega Martello – arrivano da tutta Italia, oppure mi scrivono direttamente. Uno mi ha scritto che non tornerà più a Lampedusa. Io li vorrei incontrare di persona, mi piacerebbe vedere da vicino questi vigliacchi che si nascondono dietro l’anonimato. Abbiano il coraggio di farsi vedere. Ma non lo fanno».
«Brutto asino – si legge in un altro messaggio – invece di pensare agli immigrati, dove hai degli interessi economici, cerca di pensare alla tua isola». E ancora: «Lampedusa è ormai provincia di Addis Abeba?». L’insulto più comune: «Portali a casa tua». L’ultima cartolina arriva dall’isola di Burano, nella laguna veneta, dove campeggiano le casette colorate e, ovviamente, non è firmata, ma gli insulti sono sempre gli stessi, legati all’apertura all’accoglienza.
«Non mi risulta che ci sia un’ordinanza che prevede la chiusura dei porti in Italia e neppure a Lampedusa – continua il sindaco – E lo dimostra il fatto che negli ultimi giorni ci sono stati due sbarchi, con decine di persone, tra cui bambini e donne, arrivati al porto direttamente sui barchini. Anche se nessuno ne parla e non si fanno tweet. Queste cose vengono alimentate da una cattiva informazione che viene fatta anche da qualche esponente del governo…».
Solidarietà a Martello è arrivata dall’Associazione nazionale dei Comuni, per voce di Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale di AnciSicilia. «Un atto che condanniamo fermamente – dicono – in quanto riteniamo non esista alcuna giustificazione alle minacce e alla violenza, che consideriamo assolutamente incompatibili con il civile confronto democratico, anche quando si è in forte dissenso». Parole di conforto anche dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè: «Vada avanti e non arretri di un millimetro. Queste intimidazioni sono l’effetto di un clima di odio che ha individuato nei migranti il nemico numero uno, contro cui alzare l’indice».
Dopo la sue elezione a sindaco, Martello aveva più volte chiesto la chiusura dell’hotspot dell’isola, lamentando l’assenza di controlli sui migranti, soprattutto tunisini, che venivano lasciati per troppo tempo a Lampedusa liberi di vagabondare. «Lampedusa è stata, è, ed intende continuare ad essere un’isola di accoglienza – disse in quel periodo il primo cittadino – È mio dovere però chiedere che l’accoglienza sia organizzata all’interno di un contesto di regole di ordine pubblico e di decoro».
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