Lampedusa, brucia il centro di accoglienza ai migranti

Notte all’aperto per i 1300 tunisini del centro di prima accoglienza di Lampedusa. L’incendio di vaste proporzioni (Guarda il video su Facebook dell’attivista Georges Alexandre, del gruppo EveryOne e Kayak per il diritto alla vita), scoppiato poco prima delle sei del pomeriggio di oggi, ha distrutto e reso inagibile quasi l’intera struttura. I migranti dormiranno tra lo stadio e il molo Favarolo, secondo quanto deciso dopo un vertice alla prefettura di Agrigento. In serata molti dei circa 400 tunisini che erano fuggiti approfittando delle fiamme sono stati rintracciati dalle forze dell’ordine. Un gruppo di un centinaio di migranti verrà trasferito nelle prossime ore verso altri centri di accoglienza.

Ascolta la testimonianza dall’isola dell’attivista Georges Alexandre

«Avevamo sentore che potesse accadere qualcosa di simile – spiega un’operatrice di Save the Children sull’isola – e nei giorni scorsi abbiamo trasferito presso l’ex base militare Loran quasi tutti i minori». Negli ultimi giorni la tensione al centro era salita a causa dei numerosi rimpatri effettuati dal governo. Almeno cento cittadini tunisini al giorno: un numero maggiore di quello concordato con la Tunisia dal ministro degli Interni Roberto Maroni.

Ascolta l’audio dell’operatrice di Save the Children dal centro di Lampedusa

I danni alla struttura sarebbero piuttosto gravi. Secondo il sindaco Bernardino De Rubeis, «il centro è completamente devastato e non più in grado di ospitare un solo immigrato». Una nuvola di fumo nero ha coperto il cielo di Lampedusa causando la chiusura momentanea dell’aeroporto. Sarebbero decine le persone intossicate.

[Foto tratta dal video di Georges Alexandre]

Salvo Catalano

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