BEN VENGA L’INIZIATIVA SE DARA’ UN SOSTEGNO CONCRETO AGLI ABITANTI DI QUEST’ISOLA CHE, DA ANNI, VIVONO UNA CONDIZIONE DI DISAGIO
L’unica nota positiva della seduta di ieri di Sala d’Ercole è stato il minuto di silenzio per ricordare le vittime della tragedia di Lampedusa. Per un minuto – poco, certo, ma già è qualcosa – la politica siciliana ha recuperato brandelli di spiritualità. E, soprattutto, ha risparmiato ai siciliani le chiacchiere inutili che solo quest’Aula riesce a produrre.
Dopo il minuto, però, sono ricominciate le chiacchiere inutili. Che dire, ad esempio, dell’ordine del giorno che mira a istituire a Lampedusa e a Linosa una Zona franca? Cambia qualcosa per un barcone pieno di migranti che si capovolge in mare? La Zona franca prevede salvagenti che scendono dal cielo?
La domanda non è oziosa. Perché se è vero che non tanto nell’isola, quanto con l’arrivo di migranti in quest’isola c’è chi ci guadagna, è altrettanto vero che molti abitanti di Lampedusa sono stanchi di vivere con la continua presenza di migranti e con tutti i problemi annessi e connessi. Tanto più che tutti parlano, tutti si sciacquano la bocca, ma in questa storia infinita i problemi, quelli veri, li vivono gli abitanti di Lampedusa.
Anche gli abitanti di quest’isola, insomma, avrebbero bisogno di un po’ di pace, al di là degli attestati di solidarietà e delle proposte di premio Nobel. Allora, se la Zona franca può dare un po’ di serenità e una vita migliore agli abitanti di Lampedusa, che sono quelli che, da anni vivono una situazione di grande disagio (non dimentichiamo il 2011, quando l’isola venne presa d’assalto dai migranti).
L’importante è che questa proposta di Zona franca non resti un miraggio. E, soprattutto, che porti benefici concreti non a chi specula su quest’isola, ma a chi ci vive.
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