L’amaro Averna non più siciliano lascia l’amaro in bocca agli Indipendentisti

IL PASSAGGIO DELL GLORIOSA AZIENDA DELLA NOSTRA ISOLA AL GRUPPO CAMPARI, SECONDO IL FRONTE NAZIONALE SICILIANO, “E’ UNA ULTERIORE, VERGOGNOSA SCONFITTA PER LA SICILIA!”

di Giuseppe Scianò

Il fatto che l’AMARO AVERNA non sia più Siciliano ci lascia, oltre che amareggiati, profondamente increduli, delusi e soprattutto INDIGNATI.

E non solo. Provoca, infatti, una ulteriore, particolare, sensazione di sconforto ai moltissimi Siciliani della Diaspora. I quali (sia che siano residenti nel Nord-Italia, sia che vivano in qualsiasi altra parte del Mondo), con l’Amaro Siciliano, appunto, fino a ieri ritrovavano, di volta in volta, i sapori ed i profumi di casa propria; oltre che un pizzico di legittimo orgoglio nel constatare che vi fosse, nel mercato globale, un’apprezzata, dignitosa, presenza della “Sicilia produttiva”. Alla quale – non soltanto idealmente – davano il loro personale contributo, piccolissimo ma significativo (soprattutto se moltiplicato per milioni di unità di altri Siciliani).

A parere degli Indipendentisti FNS, questa vicenda, “amara” sotto ogni aspetto, costituisce soprattutto la dimostrazione di quali e quante conseguenze devastanti provochi l’opera di DESICILIANIZZAZIONE portata avanti, con ostinazione e per finalità talvolta non confessabili, dagli esponenti locali di quella classe politica, di quei gruppi di potere e di quei Partiti dominanti che considerano la SICILIA una “COLONIA INTERNA”. Ciò, a prescindere dalle rispettive ideologie e/o dalle eventuali posizioni, ostentate o non, di autonomismo o di Sicilianismo.

Non escludiamo che la “cultura” e la politica della DESICILIANIZZAZIONE abbia potuto “contaminare”, passo dopo passo, anche i responsabili dell’antica e gloriosa azienda siciliana “AVERNA”, diventata, negli ultimi decenni, sempre più “continentale”. Di fatto, sembra essere avvenuto un CRESCENTE “scollamento” da quelle “caratterizzazioni” e da quelle “vocazioni” fortemente siciliane che avevano agevolato e forse determinato il grande successo iniziale della “Dinasty” nissena.

Comunque si voglia “leggere” questa vicenda, dobbiamo riconoscere che, di certo, la Sicilia ha subìto una grave, vergognosa, sconfitta. Che è, comunque, un “precedente” pericoloso per altre industrie, forse minori ma altrettanto utili all’economia siciliana.

E’ scattato, in conseguenza, nel mondo politico di casa nostra, l’allarme rosso? Nemmeno a parlarne! I nostri politicanti hanno ben altri pensieri.

A Sala d’Ercole ed a Palazzo d’Orleans (ma anche nelle altre sedi della “politica politicata”) si studia soltanto come applicare al meglio le “sacre regole” del “MANUALE CENCELLI”, oggi di moda più di quanto non lo fosse stato ai tempi della “prima” Repubblica. Un MANUALE, peraltro, molto comodo ai protagonisti delle millantate “rivoluzioni politiche”, in corso a Palermo come a Roma, ed utile persino per la compilazione di liste elettorali ad ogni livello.

Soddisfatti anche i militanti dell’ANTISICILIA che sperano che la Sicilia stessa possa affondare, come il “Costa Concordia” o come il “Titanic”.

Insomma: a prescindere dal “Caso Averna”, così in Sicilia non si può andare avanti! Dobbiamo finirla di “giustificare” tutto e tutti e di accettare tutto con rassegnazione! Dobbiamo dire “NO” al “FATALISMO”! Dobbiamo rimuovere le CAUSE delle nostre disgrazie!

L’FNS “Sicilia Indipendente” ritiene, infatti, che questa vicenda possa e debba costituire una motivazione in più per pretendere una strategia siciliana per l’economia siciliana, valorizzando la “Sicilia produttiva”, che ancora oggi esiste e resiste, nonostante tutto. Nonché per rivalutare la SICILIA DEGLI ONESTI, che è altrettanto presente e che è anche in maggioranza.

Con queste premesse si potrà lottare, democraticamente e con maggiore determinazione, per la rinascita e per il riscatto del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana.

(Foto di prima pagina tratta da ebay.it)

 

Redazione

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