Il territorio della provincia di Messina negli ultimi anni è stato massacrato dall’accanirsi degli elementi atmosferici, prima sul versante ionico, questa volta su quello tirrenico. Che il territorio messinese sia ballerino e fragile è noto a tutti da almeno un secolo e tuttavia tale rimane perché nella convinzione comune (chissà poi come si sia formata?) si preferisce considerarla la zona siciliana più attrezzata per il turismo (Taormina, le Eolie, i Nebrodi, il maialino nero, il cavallo brado di San Fratello, ecc.).
Si è intervenuti a sostegno dell’economia messinese non tenendo in nessun conto la cura del territorio e la protezione delle ripidi pendici dei Nebrodi e del Peloritani. Né si può eccepire che in Sicilia scarseggino le risorse finanziarie per realizzare misure a difesa del territorio, perché a questo proposito ci viene in mente che persino l’Europa ci ha assegnato somme cospicue da utilizzare a questo fine: basta ricordare i fondi dell’Asse 1 del Por 2000-2006, destinati a realizzare opere finalizzate a questo scopo. Non solo non se ne fatto nulla, ma pur di utilizzare solo a fini di clientela politica si sono create 34 società partecipate dalla Regione al solo scopo di sprecare in affarismi, prebende e consulenze le risorse europee. Fin qui le grandi strategie del governo Cuffaro. Ma quali progetti ha predisposto l’attuale governo? Un bel nulla.
Il governo dell’onorevole Raffaele Lombardo ha un unico assill:o occupare più posti di potere possibile, in solidale armonia col capogruppo del Partito democratico, onorevole Antonello Cracolici. Per sistemare quanti più precari possibile nei ranghi dell’amministrazione regionale, a migliaia, giusto per non fare sgarbo a nessuno! E, perfino sostenere con cocciutaggine degna di miglior causa la realizzazione del ponte per l’attraversamento dello Stretto.
Ormai i fondi del Por 2000-2006 non ci sono più, però si possono utilizzare le risorse disponibili nella programmazione 2007-2013, a patto di chiudere definitivamente le società a partecipazione regionale, recuperando in tal modo grossi margini finanziari, uscire dalla società Stretto di Messina, recuperando anche da questo versante notevoli risorse finanziarie e ottenendo al tempo stesso la chiusura di una voce di spesa costosa e inutile e quindi concentrare gli investimenti in opere a protezione di quei territori a rischio permanente.
Orsù, presidente si dia una mossa e per una volta si dedichi a pensare al bene della Sicilia e non solo alle nomine dei suoi amici.
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