L’aiuto del comandante dei vigili urbani al figlio del mafioso Sulla discarica abusiva: «Sistemate e io non trovo niente»

«Se tu mi dici che lunedì non ci avvicini, non ci avvicino manco lunedì. Mi hai capito? Non ci posso andare… ci vado martedì. Tu dimmi quando ci posso andare». Giuseppe Orobello, ex comandante dei vigili urbani di San Giuseppe Jato, avrebbe cercato in tutti i modi di evitare grattacapi a Giuseppe Antonio Bommarito, 43enne figlio di un esponente della locale cosca, già condannato in via definitiva per associazione mafiosa. La vicenda è accaduta a settembre 2018 nel centro del Palermitano, dove ieri i carabinieri hanno compiuto un nuovo blitz, il quinto negli ultimi otto anni. Orobello è accusato di avere effettuato accessi abusivi al sistema informatico in uso alle forze dell’ordine per appurare, secondo l’accusa, chi fosse il proprietario di un furgone da cui erano stati scaricati degli inerti. E poi, una volta scoperto chi fosse il responsabile dell’abbandono dei rifiuti, avrebbe proposto una soluzione per evitare di incorrere nella multa e relativa denuncia alla procura. 

Il dipendente comunale, oggi 65enne, incontra Giuseppe Antonio Bommarito – finito in carcere insieme al fratello Calogero, con l’accusa di essere a disposizione del padre e di avere ottenuto dal clan favori per la propria impresa edile – in viale Albachiara. «Vieni qua, devi sistemare quella cosa, perché devo venire da sutta(là sotto, ndr)». Orobello fa capire di sapere cosa era accaduto il giorno precedente. «Siete venuti a scaricare lo sterro (sfabbricidi, ndr) – dice il comandante – con la telecamera messa là».

La presenza dell’occhio elettronico di fatto metteva il pubblico ufficiale nella condizione di dovere procedere, a meno non si trovasse il modo per fare sparire in qualche modo il reato. «E che dobbiamo fare?», chiede Bommarito, che a San Giuseppe Jato all’epoca era anche vicepresidente della locale squadra di calcio, finendo per essere monitorato dai carabinieri anche nel corso di incontri sospetti all’interno del campo sportivo. La proposta del comandante dei vigili arriva subito dopo: «Domani fate un salto con quattro pale e io lunedì non trovo niente». Tornato a casa Bommarito avrebbe accolto il suggerimento, proponendosi anche di chiedere di cancellare eventuali tracce informatiche dello sversamento degli inerti. «Faccio le fotografie, passo da Pinuzzo e gli dico: “Pino, va bene così? Vedi di non rompermi i coglioni e cancellare tutte cose». 

Per il gip non può essere provato che Orobello abbia agito per favorire Cosa nostra, ma il comportamento è stato tale comunque da giustificare la misura cautelare della sospensione. 

Simone Olivelli

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