L’abolizione del finanziamento pubblico ai Partiti è una presa in giro

Contrariamente a quello che cercano di farci credere, non c’è alcuna abolizione del finanziamento pubblico ai Partiti. Quella messa punto dal Governo Letta-Berlusconi-Bilderberg è solo una presa in giro. Infatti, quest’anno, il prossimo anno, nel 2015 e nel 2016 i Partiti continueranno a fottersi i soldi pubblici. Nel 2017 scatterebbe la riforma… La verità è che i Partiti stanno solo prendendo tempo. Intanto per altri tre anni ‘mangiano’. Poi, nel 2017, si vedrà. Insomma, una volgare presa per il culo.

Ricordiamo che l’abolizione del finanziamento pubblico ai Partiti è stato sancito con un referendum popolare. Ma la politica fa finta di nulla e continua a prendersi i soldi chiamandoli “rimborsi”. Una farsa. Quella proposta dal Governo Letta-Berlusconi-Bilderberg, lo ripetiamo, è una presa in giro. Una sceneggiata messa su per giustificare il fatto che i Partiti, oltre a continuare ad accaparrarsi il finanziamento pubblico, stanno aumentando, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, i contributi a fondo perduto per i gruppi parlamentari di Camera e Senato e per i singoli deputati e senatori.

Invitiamo i nostri lettori a riflettere su un punto. Il disegno di legge presentato dal Governo Letta-Berlusconi-Bilderberg per abolire il finanziamento pubblico ai Partiti, sostituendolo con un sistema di incentivazione fiscale per i contributi dei privati cittadini, dovrebbe entrare in vigore nel 2017. Mentre il disegno di legge del Pd per aumentare i contributi a deputati e senatori dovrebbe entrare in vigore subito.

La sfacciataggine di questa politica italiana è degna, in tutto e per tutto, del Porcellum, il sistema elettorale che consente di mandare alla Camera e al Senato non i rappresentanti scelti dal popolo, ma i ‘camerieri’ dei capi dei Partiti. Una legge elettorale, il Porcellum, che, non a caso, è stata salvata qualche giorno fa da Pd e Pdl, ovvero dai due Partiti che hanno più interesse a salvaguardare l’attuale sistema.

La verità è che, se la parola tornasse agli elettori, l’80 per cento e forse più degli attuali ‘inquilini’ di Montecitorio e Palazzo Madama non verrebbero più eletti. Chi è che dovrebbe eleggere Renato Schifani, che alle elezioni comunali di Palermo non ha superato i mille voti? Chi è che dovrebbe eleggere Anna Finocchiaro a Catania? Sono solo due esempi, ma se ne potrebbero citare a decine, forse a centinaia.

Questi signori non solo restano a Montecitorio e a Palazzo Madama anche se non hanno più seguito tra la gente. Ma impongono alle ‘casse’ pubbliche il finanziamento pubblico dei Partiti in barba a un referendum popolare che ne ha sancito l’abolizione, prendono in giro la gente dicendo che lo aboliranno nel 2017 e, intanto, si preparano ad aumentare i contributi per i singoli deputati e senatori. La tracotanza di questa gente non ha limiti.

Ricordiamo ai nostri lettori che il disegno di legge del Pd che punta a incrementare i soldi che finiranno nelle tasche di deputati nazionali e senatori contiene un passo che grida vendetta. Il contributo per i cosiddetti segretari (detti volgarmente portaborse), se il disegno di legge del Partito democratico verrà approvato, passerebbe da 2 mila euro a 9 mila euro al mese! Ad ogni deputato e ad ogni senatore verrebbero assegnati 9 mila euro al mese per pagare – 3 mila euro al mese cadauno – tre segretari.

Anche in questo caso, siamo davanti a una presa in giro macroscopica. Nel disegno di legge c’è scritto che questi 9 mila euro non passerebbero dalle tasche di deputati nazionali e senatori. Vero. Verrebbero erogati dagli uffici di Camera e Senato ai tre soggetti segnalati da ogni deputato e da ogni senatore.

Pensate veramente che ogni deputato e ogni senatore non trovi almeno due prestanome? La verità è che con questo trucco i deputati e i senatori hanno trovato i soldi – pubblici – per pagare la segreteria politica e i segretari. E per guadagnarci pure. Una schifezza.

Lo abbiamo scritto e lo ribadiamo: solo le manifestazioni di piazza riusciranno a liberare gl’italiani dal Porcellum e da una casta parlamentare sempre più arrogante e sempre più assetata di soldi pubblici.

 

Redazione

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