Comera prevedibile, la vittoria di Leoluca Orlando a Palermo ha scompaginato il quadro politico regionale. Il Pd siciliano, già ammaccato dalla pesante sconfitta registrata nel capoluogo dellIsola, si appresta a celebrare – domenica prossima – unassemblea regionale dove lesigenza di fronteggiare i problemi dovrebbe prendere il sopravvento sulle vendette.
A preoccupare il Pd – non senza ragione – sono le possibili mosse di Orlando, che potrebbero mettere fuori gioco questo partito dalla corsa alle prossime elezioni regionali.
La raccolta di firme – voluta da Antonello Cracolici, da Giuseppe Lumia e dallarea Innovazioni – per sbarellare il segretario regionale, Giuseppe Lupo, dovrebbe essere archiviata. Questo perché, nella componente ex democristiana non allineata con Cracolici e Lumia, starebbe prendendo piede lipotesi di guardare altrove. Nel Pd siciliano, insomma, da qui a qualche mese, non si escludono sorprese. Anche clamorose.
In fibrillazione è anche lMpa. Il leader di questo partito, Raffaele Lombardo – che, comè noto, è anche lattuale presidente della Regione – guarda con estremo fastidio a quello che sta succedendo intorno a lui, nella sua giunta e nel suo partito. Tra i dodici assessori tecnici ci sarebbe chi non vede lora di chiamarsi sommessamente fuori: chi per sistemarsi in qualche posto di sottogoverno in attesa di eventi migliori, chi magari per provare a ricollocarsi da qualche altra parte.
E, in fondo quello che succede dentro lo stesso Mpa, dove non sono pochi quelli che considerano il governo Lombardo un capitolo già chiuso. Anche loro guardano altrove. E la vittoria di Orlando – specie dopo la mano tesa dellUdc siciliana di Giampiero DAlia al nuovo sindaco di Palermo – lascerebbe intravedere nuovi scenari, proiettati magari sulle future elezioni regionali. Che Lombardo registri qualche difficoltà a controllare le fibrillazioni interne al suo partito lo dimostra il ritardo nel rimpasto della giunta annunciato ma ancora di là da venire.
Si sussurra – tanto per fare un esempio – che Carmelo Lo Monte, parlamentare nazionale dellMpa, ma autonomo (nel senso che, da anni, Lo Monte raccoglie tra Messina, i Nebrodi e i Peloritani un consenso tra i ceti popolari che nessuno è in grado togliergli), avrebbe rifiutato di entrare nel nuovo governo regionale, più o meno balneare (cioè con termini temporali ristretti). Un nuovo governo che Lombardo dovrebbe varare da qui a qualche giorno (almeno due mesi prima delle sue dimissioni, previste, sulla carta, a fine luglio).
A Lo Monte, così si dice, sarebbe stato offerto lassessorato allAgricoltura (oggi alle Risorse agricole e alimentari). Offerta che avrebbe rifiutato perché anche lui guarderebbe altrove: magari verso lUdc di DAlia e, in prospettiva, allo stesso Orlando.
Lo Monte – sempre stando a indiscrezioni – non sarebbe il solo, nellMpa, a immaginare nuovi scenari. Così come, sempre nel Movimento per lautonomia, cè anche chi persegue testardamente alleanze ormai un po logore: e cioè lasse con un Pd dove, però, tutto – come già accennato – rischia di essere messo in discussione.
Le fibrillazioni non risparmiano i partitini e i movimenti nati, nel corso degli ultimi tre anni, dalle scissioni fomentate dallo stesso Lombardo. Anche su questo fronte, naturalmente in modo felpato, quasi democristiano, gli sguardi sono rivolti oltre: e cioè verso lUdc e – sempre in prospettiva – verso Orlando.
Pure Grande Sud di Gianfranco Miccichè – e parliamo, ovviamente, sempre di indiscrezioni – starebbe guardando allUdc. Questo perché, avendo provato a riallacciare i rapporti con il Pdl, in occasione della disastrosa quanto fallimentare candidatura di di Massimo Costa a sindaco di Palermo, Miccichè si sarebbe accorto che il suo ex partito, da quando lo ha lasciato, è notevolmente peggiorato.
Nello stesso Pdl siciliano, a quanto si sussurra, si respirerebbe unaria da smobilitazione. I risultati elettorali, anche in Sicilia, sono stati pessimi. Con Berlusconi che, ancora ieri, ha ribadito di non essere più interessato alla candidatura a Premier (e, di conseguenza, di essere invece interessato alla tutela delle sue aziende).
Non si esclude, insomma, che qualche dirigente del Pdl siciliano, anche di spessore, possa abbandonare la ‘nave’ berlusconiana, che oggi ricorda un po la Zattera della Medusa, il celebre dipinto di Géricault che ritrae il naufragio della fregata francese Meduse, avvenuto nel luglio del 186 al largo delle coste dell’attuale Mauritania. Un naufragio provocato da errori, decisioni affrettate e negligenze del comandante. Alcuni naufraghi finirono su una zattera di fortuna… Volendo, qualche parallellismo ci sarebbe…
Foto del dipinto ‘La zattera della Medusa’ tratta da doriandarko.deviantart.com
A desta la foto di Carmelo Lo Monte tratta da parcodeinebrodi.blogspot.com
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