La visita del premier Matteo Renzi a Catania Scontri in piazza Duomo tra studenti e polizia

«Vorrei salutarvi dicendo cari colleghi, ma in realtà non lo sono più». Così il premier Matteo Renzi ha iniziato il suo intervento davanti ai primi cittadini della provincia etnea, nel municipio di Catania. «Non è una passerella – ha sottolineato – ma un tentativo di portare avanti le cose iniziate, e di fare un punto». Parlando di crisi e dello stato occupazionale il premier ha sfoggiato parole di ottimismo e incoraggiamento: «Abbiamo perso un milione di posti di lavoro in sei anni. Ci vuole tempo per recuperare. Intanto abbiamo oltre centomila nuovi assunti perché ci sono aziende che vanno avanti, ricordiamoci. Quindi, coraggio che ce la facciamo».

Poco prima del suo arrivo a palazzo degli Elefanti si sono vissuti momenti di tensione. Polizia e manifestanti sono venuti in contatto nei pressi di via Vittorio Emanuele, dove un corteo non autorizzato di una ventina di giovani ha tentato di forzare il blocco degli agenti per proseguire verso il municipio. I manifestanti hanno scandito slogan all’indirizzo del Presidente del consiglio: «Vergogna, vergogna, no allo stato di polizia». Immediata la risposta di Renzi ai contestatori, registrata al Comune di Catania: «Contestazioni o non, staremo in mezzo alla gente tutte le settimane. Si stancheranno prima loro, noi non ci stanchiamo».

Il programma della prima visita del premier
Matteo Renzi a Catania è cambiato tante volte quante sono le tappe previste dall’agenda della presidenza del consiglio. Quattro, in due ore e mezza. Una sosta lampo ma attenta a non scalfire l’immagine che, sin dal suo insediamento, Renzi prova a dare di sé e dell’Italia che vuole rappresentare: la proiezione al futuro, le energie rinnovabili, la tradizione di successo. Non a caso il tour toccherà l’azienda 3Sun, che produce pannelli fotovoltaici e che recentemente è stata acquisita da Enel Green Power; l’acceleratore di Telecom in via Novara, che dovrebbe servire a far crescere le migliori start up locali; l’impresa di dolci e torroncini Condorelli a Belpasso

Associazioni, precari e lavoratori saranno in piazza a protestare e a ricordare al premier che 
l’Eni è la stessa che gestisce la Raffineria di Gela e che ha previsto un investimento da 1 miliardo e 800 milioni per l’estrazione di idrocarburi nei mari siciliani (su un investimento totale di 2 miliardi e 200 milioni per la riconversione dell’impianto), mentre le manovre del governo di Roma continuano a tagliare i fondi per gli enti locali, tra cui Catania. «La Sicilia, regione con il più alto tasso di disoccupazione d’Italia, sarà ulteriormente massacrata dalle nuove norme sul lavoro previste dal Jobs Act – spiegano i manifestanti, tra cui il movimento Catania Bene Comune – La Sicilia e il suo delicatissimo ambiente saranno devastate dal decreto Sblocca Italia appena approvato. Catania subirà un taglio di 10 milioni di euro con la prossima finanziaria. Tagli ai servizi sociali, ai trasporti, nuovi aumenti delle tasse. Nonostante tutto Renzi decide di passare da Catania. Lo fa in sordina, in fretta, comunicandolo pochissime ore prima. Giustamente vuole depistare le contestazioni e non permettere che le si organizzi». L’appuntamento per chi contesta Renzi è in piazza Università a partire dalle 12 e 30

Aspetteranno, infatti, l’ultima tappa del premier, quella
al Comune. Su cui però resta un margine di dubbio. La visita istituzionale, il cui orario è cambiato diverse volte tra ieri sera e stamattina, è prevista per le 13 e 15. A Palazzo degli Elefanti dovrebbe avvenire l’incontro con il sindaco di Catania Enzo Bianco e con i primi cittadini della futura città metropolitana. Una passerella che completerebbe l’elenco di politici di caratura nazionale ricevuti da Bianco. Una foto da aggiungere all’album a cui il sindaco tiene molto. Eppure Renzi, poco avvezzo a farsi immortalare in salotti istituzionali, potrebbe saltare l’ultima visita. Anche perché alle 14 e 30 è atteso a Reggio Calabria. L’ipotesi sembrerebbe trovare riscontro anche nel suo ultimo tweet di stamattina: «L’Italia ha tanti problemi, ma anche tante storie bellissime. Non mi faccio chiudere nei palazzi e vado ad ascoltarle, come sempre #sud».

Redazione

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